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The blog of Istituto Svizzero allows Fellows and Senior Fellows to connect with the public during their stay in Rome, Milan or Palermo, offering a unique perspective on the progress of their practice and research. Through a series of regularly published articles, one has the opportunity to closely follow the research and reflections of the residents. To read blog posts from previous editions click here.

10.01.2024
Michelle von Dach

Da un altro punto di vista
Michelle von Dach

Michelle von Dach (1994) ù dottoranda all’Istituto di Antropologia Sociale e Culturale dell’Università di Zurigo e ricercatrice per il progetto Europeo Horizon 2020 Hummingbird. La sua ricerca punta ad analizzare il contesto di migrazione irregolare in Italia. A Roma condurrà una ricerca etnografica collaborando con associazioni non governative che sostengono le/i migranti nel territorio urbano. Roma rappresenta sia un punto di passaggio che un luogo di riferimento in cui si stringono nuove conoscenze, vengono raccolte importanti informazioni e futuri movimenti vengono pianificati. Si concentrerà soprattutto sulle esperienze, aspettative, motivazioni, difficoltà e prospettive delle/dei migranti che vivono una sorta di limbo legale durante il loro soggiorno nella capitale.

Nella sua ricerca, l’ex borsista Michelle von Dach esamina il contesto della migrazione irregolare in Italia. Durante il suo periodo a Roma, ha condotto ricerche etnografiche in collaborazione con organizzazioni non governative che sostengono i migranti nell’area urbana, concentrandosi principalmente sulle aspettative, motivazioni, difficoltĂ  e prospettive dei migranti che vivono una sorta di limbo legale durante il loro soggiorno nella capitale. Michelle von Dach (1994) Ăš dottoranda all’Istituto di Antropologia Sociale e Culturale dell’UniversitĂ  di Zurigo e ricercatrice per il progetto Europeo Horizon 2020 Hummingbird.


Roma Ăš una cittĂ  affascinante, il cui splendore attira una miriade di turistə provenienti da ogni angolo del mondo desiderosə di esplorarla. Ci sono vari aspetti del soggiorno a Roma che, come se si fosse fermato il tempo, caratterizzano l’esperienza dell’autentica dolce vita romana. Per citarne alcuni: il classico lancio della monetina nella Fontana di Trevi, la passeggiata serale a Monti gustandosi un gelato con panna, e il giro in vespa intorno al Colosseo. Roma sembra essere un sogno, ma se si guardasse oltre ai romantici clichĂ© destinati a turistə, si scoprirebbe che la contemporanea CittĂ  Eterna pullula di autentica vitalitĂ , con il vero fermento che si manifesta nei quartieri al di fuori del centro storico. La cittĂ  Ăš un melting pot di culture, abitata da molte persone di nazionalitĂ  diverse che contribuiscono a creare una comunitĂ  vibrante e cosmopolita.

Sopra via Prenestina un intreccio di strade. Credits: Michelle von Dach

Sopra via Prenestina un intreccio di strade. Credits: Michelle von Dach

Molte persone migranti, definite ‘irregolari’, hanno attraversato la rotta Mediterranea sbarcando sulle coste italiane o la rotta Balcanica, per poi raggiungere Roma, una cittĂ  vasta che offre svariate opportunitĂ . Qui, hanno la possibilitĂ  di incontrare persone, pianificare i loro futuri spostamenti e raccogliere informazioni e risorse utili. Alcunə di loro hanno l’intenzione di proseguire nel viaggio verso altri paesi europei, mentre altrə, inizialmente di passaggio, si ritrovano a stabilirsi nella cittĂ  per periodi piĂč lunghi. Inoltre, ci sono migrantə che, per necessitĂ  o scelta, decidono di rendere Roma la loro casa permanente.

Il regolamento di Dublino, un accordo dell’Unione Europea, stabilisce che la persona migrante Ăš tenuta a presentare la richiesta d’asilo nel primo paese europeo in cui fa ingresso. Di conseguenza, tra i primi paesi europei raggiunti figura certamente l’Italia. Al momento dello sbarco sulle coste italiane, lə migranti vengono indirizzatə verso gli ‘hotspots’, strutture gestite da agenzie europee come Frontex e Europol, appositamente allestite per l’identificazione di migranti e la registrazione delle impronte digitali. Una volta registratə, anche nel caso in cui decidano di spostarsi verso altri paesi europei per presentare la richiesta d’asilo, il database riconoscerĂ  che il primo punto di registrazione Ăš avvenuto in Italia. Di conseguenza saranno ‘dublinatə’ nuovamente in Italia nel rispetto delle disposizioni del regolamento europeo. A Roma moltə rimangono quindi bloccatə, in attesa di ricevere i documenti, intrappolatə nell’intricata e infinita burocrazia.

Se vedi la mia bici parcheggiata davanti, mi trovi qui. Credits: Michelle von Dach

Se vedi la mia bici parcheggiata davanti, mi trovi qui. Credits: Michelle von Dach

Ho raccolto numerosi racconti di viaggio verso l’Italia, tutti accomunati da un contesto di grande violenza, paura e disperazione. Nessuna delle molteplici esperienze che ho ascoltato Ăš sfuggita a questi elementi. Ho osservato un aumento della complessitĂ  e dei rischi lungo la rotta percorsa da migrantə che sono giuntə piĂč recentemente rispetto a coloro che sono partitə oltre dieci anni fa. Questo riflette l’attuale inasprimento delle politiche migratorie europee, come gli accordi che l’Italia ha stipulato con la Libia nel Memorandum d’intesa rinnovato annualmente o il nuovo patto EU sulla migrazione e asilo appena stipulato che rafforzerĂ  i controlli ai confini e faciliterĂ  i rimpatri.

Desidero sfatare un mito sulla migrazione irregolare: il sogno di tutte le persone migranti non Ăš necessariamente quello di giungere in Europa, almeno non sin dall’inizio. Alcunə partono con la semplice intenzione di fuggire da una situazione pericolosa e difficile nel loro paese d’origine senza una meta precisa, puntando inizialmente a raggiungere nazioni limitrofe ma, nel corso del viaggio e dei vari soggiorni, vengono persuasə a procedere, per esempio ad attraversare il deserto del Sahara, e successivamente fino in Italia. Dunque, l’idea di dirigersi verso l’Europa matura spesso durante il viaggio e in alcuni casi, le persone sono state costrette ad imbarcarsi dalla Libia fino all’Italia. CiĂČ dimostra che tentare di determinare i fattori push-pull che hanno influenzato la decisione di intraprendere il viaggio al momento della partenza dal luogo d’origine diventa troppo riduttivo. Inoltre, la tradizionale concezione di un viaggio lineare dal punto di partenza a quello d’arrivo non Ăš realistica. La decisione di migrare e la scelta della destinazione vengono prese in ogni fase del viaggio, non solo all’inizio. È importante considerare i cambiamenti di rotta e le soste prolungate, che possono essere piĂč o meno volontarie. Tra il paese d’origine e il cosiddetto ‘luogo di destinazione’ ci sono numerose tappe, addirittura periodi di tempo prolungati durante i quali migranti rimangono a lungo in un luogo prima di continuare. Alcuni viaggi attraverso le rotte irregolari verso l’Europa, infatti, possono durare anche anni.

In giro per il Quadraro. Credits: Michelle von Dach

In giro per il Quadraro. Credits: Michelle von Dach

Spesso si tende a pensare che una volta che migrantə siano arrivatə in Europa, abbiano raggiunto la loro destinazione finale. Tuttavia, i sacrifici e il dolore vissuti durante il viaggio non bastano. Giungere qui rappresenta soltanto l’inizio di un nuovo capitolo, caratterizzato da precarietĂ  e incertezze. Dopo aver presentato la richiesta di permesso di soggiorno Ăš prevista una lunga attesa prima di ricevere l’approvazione o il diniego. Le tempistiche per ottenere i documenti sono spesso prolungate, e questo risulta in periodi estesi durante i quali migrantə rimangono senza una sistemazione stabile, senza opportunitĂ  lavorative e con l’accesso negato a molti servizi essenziali.

A Roma, si sviluppa una robusta rete di sostegno informale, in cui numerosi gruppi locali si dedicano ad offrire diversi tipi di aiuto alle persone migranti che altrimenti non avrebbero accesso a molti servizi. In questo tessuto sociale, composto anche da legami di solidarietà tra migranti stessi, emergono dinamiche di condivisione e supporto reciproco che contribuiscono a mitigare le sfide e le difficolta che si incontrano. Durante il mio soggiorno a Roma, ho avuto l’opportunità di incontrare persone migrantə che mi hanno aperto su una prospettiva unica della città. La sua infrastruttura ù diventata per me un nuovo testo da decifrare, rivelando luoghi a molti sconosciuti e inesplorati ma ricchi di vita e intensamente vissuti.

Tradizione domenicale: ping pong al parco. Credits: Michelle von Dach

Tradizione domenicale: ping pong al parco. Credits: Michelle von Dach

19.06.2023
Sybille Berg

Mon séjour à Rome
Sybille Berg

Sybille Berg est nĂ©e en 1968 Ă  Weimar (RDA). Elle a vĂ©cu dans une famille d’accueil Ă  Constanta, la ville portuaire roumaine sur la Mer Noire, puis en IsraĂ«l et en Allemagne. De nationalitĂ© suisse, Sybille Berg est l’autrice d’un grand nombre de nouvelles, essais, courts rĂ©cits de fiction, piĂšces de thĂ©Ăątre, piĂšces radiophoniques et rubriques.
Elle est une Ă©crivaine contemporaine, considĂ©rĂ©e comme l’un des auteurs et dramaturges les plus cĂ©lĂšbres et les plus influents du monde germanophone. Elle a remportĂ© de nombreux prix prestigieux tout au long de sa longue carriĂšre et ses 15 livres ont Ă©tĂ© traduits dans 30 langues.
Sybille Berg est devenue une figure emblĂ©matique dans les milieux de la sous-culture allemande, gagnant une trĂšs large base de fans auprĂšs de la communautĂ© LGBT et dans les communautĂ©s artistiques europĂ©ennes. Sibylle Berg a reçu le Prix Suisse de littĂ©rature pour son dernier roman GRM – Brainfuck. En 2020 elle a reçu le Grand Prix de LittĂ©rature, le prix le plus prestigieux dĂ©cernĂ© par la Suisse pour une oeuvre littĂ©raire.

Mon sĂ©jour Ă  l’Istituto Svizzero Ă  Rome est tombĂ© un peu comme quand on gagne Ă  la loterie : pile au moment oĂč je me demandais dans quel coin d’Europe l’action de mon nouveau livre allait se dĂ©rouler. En 2019 le premier livre de ma trilogie paraissait. La premiĂšre partie – GRM-Brainfuck – se passait en Angleterre, la deuxiĂšme – RCE Remote Code Execution – dans toute l’Europe, avec son centre au Tessin – et, dĂ©sormais, c’était une Ă©vidence, le nouveau tome NEW qui dĂ©crit la reconstruction post-dĂ©bĂącle du systĂšme financier et du systĂšme social, devait se passer en Italie. L’Italie, le pays que pratiquement le monde entier croit connaĂźtre, et qui pourtant recĂšle encore de bonnes et de mauvaises surprises : anarchie, fascistes, communistes, beautĂ© et dĂ©clin, convivialitĂ© et criminalitĂ©, richesse et pauvretĂ© absurde.

Le dĂ©cor parfait pour le lancement d’une expĂ©rimentation socialiste utopique.

Mes recherches en Italie ont dĂ©butĂ© l’annĂ©e derniĂšre, avec des voyages dans des lieux dĂ©serts dans le Nord du pays, des discussions avec des scientifiques et des sociologues italien.ne.s. A cet Ă©gard le sĂ©jour Ă  l’Istituto Svizzero s’est rĂ©vĂ©lĂ© parfait pour approfondir les sujets avec deux guides locaux.

J’ai eu droit Ă  un cours accĂ©lĂ©rĂ© sur, en vrac, les ghettos, la mafia, l’anarchie, les squatts, les rĂȘves d’avenir et le dĂ©sespoir Ă  Rome, les banlieues, Naples, la Sicile. Et aujourd’hui, de retour Ă  la maison, j’espĂšre Ă©crire un best-seller absurde et gĂ©nial. HĂ©lĂ s!

Je ne peux sortir qu’un mauvais italien, je m’étais imaginĂ© que ça viendrait tout seul, dans la belle villa. C’est plutĂŽt ratĂ©.

29.05.2023
Solmeng-Jonas Hirschi

Carpe diem – oui, mais lequel ?
Solmeng-Jonas Hirschi

Solmeng-Jonas Hirschi (1992) travaille depuis 2021 comme assistant de recherche post-doctoral Ă  l’UniversitĂ© de Fribourg, oĂč il enseigne le grec ancien ; actuellement il se consacre Ă  l’élaboration du catalogue numĂ©rique des papyrus conservĂ©s au MusĂ©e BIBLE+ORIENT. Il est diplĂŽmĂ© en grec ancien, latin, histoire et anthropologie de l’UniversitĂ© de Berne (2015). Par la suite, il a obtenu un Master en linguistique et papyrologie Ă  la University of Oxford (2016), oĂč il a terminĂ© son doctorat (2021) sur la pragmatique de la thĂ©rapie philosophique dans les lettres d’Épicure, sous la direction du professeur Tobias Reinhardt. À Rome, il poursuivra son projet de recherche De Temps en Temps – Epicure, Bergson, McTaggart, qui explorera le concept de temps dans l’Ɠuvre de ces trois philosophes.

On peut cueillir le jour, comme le dit Horace, mais peut-on cueillir hier et demain aussi ? La gestion des souvenirs heureux et des craintes est cruciale Ă  l’exercice du bonheur Ă©picurien. Une erreur de comprĂ©hension pourrait s’avĂ©rer fatale Ă  la bĂ©atitude. Ce serait dommage.

Le poĂšte et philosophe Ă©picurien (ou philosophe et poĂšte, c’est selon) LucrĂšce prĂ©tend que si le temps n’est rien en soi (De rerum natura 1.459), le passĂ© est nĂ©anmoins une propriĂ©tĂ© d’un lieu ou d’un objet. Car le temps est corrĂ©latif de tout changement et tout changement dĂ©pend d’un objet. Chaque chose aurait ainsi son histoire en elle, Ă©voluant conjointement et se dĂ©gradant doucement.

La conceptualisation d’un temps abstrait Ă  partir de cela est une affaire trĂšs dĂ©licate. Le « temps » ne dĂ©pend alors plus seulement de l’objet changeant ou du phĂ©nomĂšne se produisant, mais aussi de son observation. Le rapport empirique au temps doit toujours rester au centre de sa conceptualisation. Une confiance aussi solide dans la validitĂ© de l’expĂ©rience pour une chose aussi abstraite est remarquable dans l’antiquitĂ©. Mais cela crĂ©e Ă  bien des Ă©gards plus de problĂšmes que cela n’en rĂ©sout : peut-on alors jamais vraiment parler d’autre chose que de nos ressentis ?

Epicure nous met devant un dilemme qu’on retrouve sous d’autres formes chez les philosophes H. Bergson et J. McTaggart, quelques 2000 ans aprĂšs LucrĂšce. Temps-Ă©volution objectif ou temps-durĂ©e subjectif, causal ou perçu, changement ou concept, le chemin de crĂȘte entres les diffĂ©rents temps est malaisĂ©. Les phrases Ă  moitiĂ© finies sur des papyrus carbonisĂ©s par l’éruption du VĂ©suve ou sur des parchemins abĂźmĂ©s du Vatican ne nous aident pas franchement Ă  comprendre les Ă©picuriens. Ces sources Ă©parses, fragmentaires et souvent lacunaires forcent la spĂ©culation Ă  chaque coin de lignes. C’est un risque et une opportunitĂ©. C’est la sĂšve de la passion philologique.

Vue plongeante sur l’hermĂšs bicĂ©phale en marbre reprĂ©sentant Epicure et son disciple MĂ©trodore, retrouvĂ© au Portico di Santa Maria Maggiore et exposĂ© dans la ‘Salle des Philosophes’ des MusĂ©es Capitolins de Rome (inv. MC 576 ; copie romaine d’un original grec ; 2e siĂšcle de notre Ăšre).

Vue plongeante sur l’hermĂšs bicĂ©phale en marbre reprĂ©sentant Epicure et son disciple MĂ©trodore, retrouvĂ© au Portico di Santa Maria Maggiore et exposĂ© dans la ‘Salle des Philosophes’ des MusĂ©es Capitolins de Rome (inv. MC 576 ; copie romaine d’un original grec ; 2e siĂšcle de notre Ăšre).

Ma recherche sur le temps Ă©picurien avance une nouvelle lecture des textes qui dynamise le dualisme entre temps absolu (celui de la course effrĂ©nĂ©e des atomes) et temps de l’expĂ©rience (entre deux pauses-cafĂ©). En creux, c’est la portĂ©e ontologique des concepts chez Epicure dont il est question. Car dire ce que l’on sait ne revient pas forcĂ©ment Ă  dire ce qui est. Faire le premier est dĂ©jĂ  complexe, tenter le second est audacieux. Mais je crois Epicure ambitieux.


Rome antique sans romantique
J’ai commencĂ© ma rĂ©sidence de 5 mois ici Ă  Rome Ă  la mi-fĂ©vrier. Personnellement plutĂŽt portĂ© sur la thĂ©orie et les textes, la ville m’a rapidement rappelĂ© Ă  la rĂ©alitĂ©. L’expĂ©rience sensorielle constante de productions antiques interroge : comment les voir (ou les ignorer) ? Les lire ou les Ă©crire ? On peut en tout cas difficilement en faire l’économie, si tant est mĂȘme qu’on le veuille. A Rome, ma rĂ©flexion sur le temps est devenue inĂ©vitablement plus empirique. Cela peut paraĂźtre paradoxal mais cette surcharge de passĂ© visible recalibre mon rapport Ă  celui-ci vers plus de sobriĂ©tĂ©. Elle me permet de prendre du recul. A l’usage (ou Ă  l’usure), « l’antiquité », ce prĂȘt-Ă -penser commode dont on se croit, se veut ou mĂȘme se crĂ©e si facilement hĂ©ritiers, se rĂ©vĂšle moins exemplaire, moins grave et plus commune. RelativisĂ©e. DĂ©dramatisĂ©e. Il devient alors plus aisĂ© de chercher et partager ses connaissances sans qu’à son insu on en ait fait les proxys de ses propres valeurs. On perd peut-ĂȘtre en grandiloquence, mais on gagne largement en honnĂȘtetĂ© intellectuelle.

Ces rĂ©flexions sur la prĂ©sence et l’utilisation de l’antiquitĂ© m’ont conduit à organiser une table ronde (ce 31 mai) avec l’artiste en rĂ©sidence Sophie Jung. Le thĂšme en est les canons littĂ©raires et esthĂ©tiques, domaine oĂč l’antiquitĂ© a longtemps jouĂ© un rĂŽle Ă©crasant tant sur la recherche que sur la crĂ©ativitĂ©. Mais mon questionnement du rapport Ă  l’antiquitĂ© m’a aussi amenĂ© Ă  travailler avec l’artiste en rĂ©sidence GrĂ©gory Sugnaux dans la rĂ©alisation d’une sculpture hybride combinant la typologie du pilier hermaĂŻque antique avec un objet de consommation actuel.

Dispenser, sculpture de G. Sugnaux et S.-J. Hirschi, plan dessiné par G. Azzariti.

Dispenser, sculpture de G. Sugnaux et S.-J. Hirschi, plan dessiné par G. Azzariti.

Ces collaborations mobilisant des compĂ©tences variĂ©es font se tĂ©lĂ©scoper les temporalitĂ©s et les rĂ©fĂ©rences. Les savoirs deviennent une matiĂšre Ă  travailler. Ils se dĂ©sacralisent, les formes se dĂ©forment, les possibles s’étendent.


Les clepsydres molles
Il n’est pas certain qu’Epicure ait rĂ©ellement dĂ©fendu l’existence d’un temps absolu, mĂȘme s’il semble parfois jouer avec l’idĂ©e. En arrivant, je partais du principe qu’il allait falloir trancher, me dĂ©cider face au dualisme. Mais la relecture des manuscrits et le goĂ»t du mille-feuille archĂ©ologique romain (plutĂŽt que le camembert) remettent les idĂ©es en place. Le temps est plus mou qu’on veut bien le croire. Tout comme l’antiquitĂ©, il est peut-ĂȘtre avant tout ce qu’on en fait.

Les strates historiques de Rome affleurant ci et lĂ  accompagnent quotidiennement ma rĂ©flexion sur le temps d’une part et sur les enjeux et dĂ©fis de ma discipline d’autre part. Se confronter aussi intensĂ©ment aux fragments et reliefs du passĂ© courbe la pensĂ©e. On revient sur ses Ă©vidences, on les actualise, on prend mieux conscience de son interprĂ©tation.

Sauver le temps et le camembert de DalĂ­, image gĂ©nĂ©rĂ©e Ă  l’aide de DALL-E.

Sauver le temps et le camembert de DalĂ­, image gĂ©nĂ©rĂ©e Ă  l’aide de DALL-E.

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