31.10.2020—21.11.2020

Cronache di quel tempo

Arte, Mostra personale, Palermo

Maria Iorio / Raphaël Cuomo
Chiusura temporanea

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Dates
31.10.2020
21.11.2020
Location
Palermo
Category
Arte, Mostra personale
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Maria Iorio / Raphaël Cuomo
Chiusura temporanea

L’Istituto Svizzero presenta Cronache di quel tempo, la prima mostra personale a Palermo del duo Maria Iorio / RaphaĂ«l Cuomo.

Le opere e installazioni video di Maria Iorio e RaphaĂ«l Cuomo sono il frutto di un processo intensivo basato su un lavoro di ricerca. In questi anni, il duo ha studiato diversi regimi passati e presenti di mobilitĂ  e ha mostrato le storie intrecciate di questi movimenti di vita e di culture migranti. La loro ultima opera, Cronache di quel tempo, presentata all’Archivio Storico Comunale di Palermo, Ăš un’installazione site-specific comprensiva di un nuovo video della durata di un’ora, realizzato impiegando materiale inedito girato nel contesto di precedenti opere – Sudeuropa (2005-07) e The Interpreter (2009) – insieme a filmati piĂč recenti girati sul posto.

L’opera parla della ricerca di una melodia – una melodia che attraversa il mar Mediterraneo. Un amico condivise quella melodia con i due artisti nel 2006, quando viaggiavano insieme dall’Africa settentrionale e la Sicilia. L’uomo, un lavoratore stagionale tunisino che viveva in Sicilia e poi sull’isola di Lampedusa, era divenuto testimone del passaggio dal precedente regime di gestione del confine a quello attuale, ovvero del processo di ‘confinizzazione’ in Europa meridionale. Cosa ù accaduto da quando la melodia fu registrata su un’ormai obsoleta cassetta al momento in cui viene oggi ripresa e continuata in forma di nuove performance musicali e vocali? Cronache di quel tempo esplora le trasformazioni avvenute negli ultimi quindici anni nella regione del Mediterraneo ed evidenzia la deriva necropolitica delle politiche europee sulle migrazioni, che criminalizzano forme immemoriali di solidarietà e soccorso in mare, deportano diffusamente i soggetti la cui mobilità ù criminalizzata e fanno proliferare i campi sull’altra sponda, lasciano morire la gente in mare, lontano dagli occhi.

Se le migrazioni e i confini sono generalmente percepiti come processi spaziali, Cronache di quel tempo guarda invece alla dimensione temporale di questi fenomeni. Una serie di prospettive soggettive e storiche emerge a contraddire la nozione diffusa di una ‘emergenza immigrazione’ sempre connessa al momento presente. Queste temporalità alternative ci spingono a cercare una cronaca singolare nel suo rifiuto di coincidere con la versione ufficiale della storia, organizzata per date di sottoscrizione dei trattati e delle decisioni politiche che hanno reso la migrazione illegale. Cronache di quel tempo riflette in particolare su come l’attuale regime dei confini abbia profondamente riconfigurato il sensibile creando nuove parole per nominare la realtà, nuove scene per immaginarla, nuove partizioni tra il visibile e l’invisibile. Osservando come tanto la ‘spettacolarizzazione dei confini’ quanto i tentativi deliberati di nascondere la violenza dei confini rendano parimenti ciechi, Cronache di quel tempo sposta l’attenzione verso voci e storie inascoltate o ignorate – verso le dimensioni estetiche e politiche dell’ascolto.

Cronache di quel tempo esprime molteplici connessioni con la Sicilia, con Palermo e con gli spazi che ospitano la mostra. La sala storica dell’Archivio Storico Comunale di Palermo ù il luogo ideale per l’esposizione di un’opera basata sugli archivi degli artisti stessi. Cronache di quel tempo ù anche specificatamente radicata nella regione e contribuisce, in forma di ricerca artistica, alla storia contemporanea siciliana e della città di Palermo, una storia profondamente plasmata dal movimento di persone, culture migranti e idee.

Con il supporto di:
Fonds d’art contemporains de la Ville de Genùve
Pro Helvetia
RĂ©publique et canton de GenĂšve, fonds cantonal d’art contemporain
Ernst e Olga Gubler-HablĂŒtzel Stiftung
Erna e Curt Burgauer Stiftung

 

Maria Iorio / RaphaĂ«l Cuomo sono un duo con base a Ginevra e Berlino. Fautori della collaborazione come prassi e sviluppo di lungo termine, i progetti artistici del duo ricostruiscono i diversi regimi di mobilitĂ  passati e presenti e danno espressione alle storie intrecciate di questi movimenti di vita e di culture migranti. Il loro ultimo film guarda alle condizioni che consentono alle narrazioni di emergere e ai saperi resistenti di essere trasmessi e tradotti; mettendo in discussione la gerarchia tra semantica e oralitĂ , spostano l’attenzione verso le voci inascoltate o ignorate e le dimensioni estetiche e politiche dell’ascolto. La loro opera integra un approccio curatoriale e ripensa il campo espanso delle pratiche inerenti le immagini in movimento e del cinema “minore” – amatoriale, femminista, decoloniale. Le loro opere sono state ospitate da festival cinematografici e mostre quali: la XVI Quadriennale (Roma); The Parliament of Bodies (Documenta 14, Atene); Chewing the Scenery (54esima Biennale di Venezia); The Maghreb Connection.

Orari di apertura mostra – TEMPORANEAMENTE CHIUSA

Dal lunedĂŹ-venerdĂŹ: H10:00-H13:30
mercoledĂŹ: H10:00-H17:30
Su registrazione

 

La registrazione ù obbligatoria. Si prega di scrivere a georgia.stellin@istitutosvizzero.it, indicando il titolo della mostra nell’oggetto e comunicando nome e numero cellulare.