24.06.2022

La Casa Ispirata

Arte, Concerto, Residenze, Scienza, Roma

H18:00-24:00
Evento finale delle/dei residenti
Ingresso: Via Liguria 20

Dates
24.06.2022
Location
Roma
Category
Arte, Concerto, Residenze, Scienza
Information

H18:00-24:00
Evento finale delle/dei residenti
Ingresso: Via Liguria 20

Evento Finale
Residenti Roma Calling 2021/2022

Curato da LOCALES (Sara Alberani e Marta Federici)

24.06.2022 H18:00-24:00
Istituto Svizzero
Via Liguria 20, Roma
Ingresso gratuito,
registrarsi qui
Cibo e bevande saranno disponibili per l’acquisto

L’evento è anche l’occasione per visitare la mostra Real Estate di Mai-Thu Perret, allestita nelle sale della Villa e nel giardino.


Programma:

PUBLIC PLUG: a mouth to undo the fascist flux
Di Ilyas Azouzi & Lou Masduraud
Silicone e carta di seta
Edizione di 150 esemplari
Si ringraziano Carolina Cappelli e Sebastiano Pala

SPOLIA
Di Emma Letizia Jones
Reading performance
H19:00; H20:00; H21:00

LIVE SET di Yva & The Toy George
H22:00-23:00

Yva & The Toy George è il progetto solista di Iva Stanisic, musicista e producer di Roma nata e cresciuta in Serbia. Il suo set comprende l’uso di groovebox, sintetizzatori, percussioni acustiche e digitali e vari effetti vocali, dando vita ad un melting pot di suoni e generi che spaziano tra electro, dance, hip hop e sonorità più scure, arabeggianti, balcaniche e sperimentali. Yva canta in diverse lingue usando anche parole inventate. Di recente è uscito il suo ultimo EP, Stealth, per l’etichetta Witches Are Back

DJ SET di Ven3mo
H23:00-24:00

ven3mo ama offrire DJ set altamente energici e sensibili. Evita di farsi limitare da uno stile musicale specifico e si impegna sulla pista da ballo con grandi spaccate. Considera il club come uno spazio propizio per rivelare affetti ed emozioni. 


 

Evento conclusivo della residenza Roma Calling 2021/2022, La Casa Ispirata si presenta come un momento di incontro e di celebrazione, che completa in un percorso corale l’esperienza condivisa dall_ residenti durante i mesi trascorsi all’Istituto Svizzero.

Il titolo riprende l’omonimo romanzo pubblicato negli anni Venti dallo scrittore e artista Alberto Savinio e gioca sull’ambiguo significato dell’aggettivo ‘ispirato’, indirizzando l’attenzione verso i molteplici flussi di energia che ravvivano le sale e il giardino di Villa Maraini. L’ispirazione evocata fa infatti riferimento all’impulso creativo che anima la produzione di artist_ e ricercator_ protagonist_ della serata, ma allude anche a una reinterpretazione della villa come casa infestata, popolata da presenze nascoste e voci silenziose.

Tra questi due poli di senso è stata ideata la cornice dell’evento, che ha preso l’avvio da una riflessione collettiva su alcuni aspetti che caratterizzano la situazione di co-abitazione tipica delle residenze. La posizione di ‘accidentale’ prossimità ai percorsi professionali e di vita di altre persone è stata spesso interrogata nelle conversazioni che hanno accompagnato le settimane di preparazione del progetto, e alcuni dei lavori presentati scaturiscono proprio da sinergie e collaborazioni, stimolate dal desiderio di approfondire e mettere alla prova questa condizione di vicinanza temporanea. Gli scambi hanno generato dialoghi tra interessi e metodi di ricerca differenti, in un processo di arricchimento reciproco. 

L’itinerario in cui si articola La Casa Ispirata inizia presso l’accesso dell’Istituto in via Liguria ed è stato immaginato per guidare l_ visitator_ attraverso gli spazi della dipendenza, il giardino e infine la villa. L’allestimento include installazioni, video, sculture e  azioni performative che offrono uno sguardo sulle pratiche dell_ residenti e su alcune traiettorie di indagine da loro seguite. Il passaggio da un ambiente all’altro è scandito dal susseguirsi di parole sussurrate, architetture temporanee, immagini mute e oggetti parlanti, che ricompongono i frammenti di una complessa narrazione, che segue una linea di ambiguità tra realtà e finzione, mettendo in connessione temporalità diverse. A volte l’infestazione appare causata dai ritorni di un passato che si insinua nel presente, secondo dinamiche che hanno spesso a che fare con processi di appropriazione o manipolazione ideologica, con vicende di omissioni e rimozioni; in altri casi i fantasmi si mostrano invece come voci a noi contemporanee, invisibili perché poco ascoltate o forse strategicamente al riparo.

Sulla soglia di ingresso in via Liguria, ad accogliere il pubblico si incontra la prima tappa del progetto nato dalla collaborazione tra le archeologhe Caroline Bridel e Ilaria Gullo, lo scrittore Bruno Pellegrino e l’artista visiva Vanessa Safavi. Strutturato in una sequenza di stazioni audio che accompagnano l’attraversamento di diversi spazi – dal rosso portone di ingresso fino al misterioso ritratto della contessa allestito in cima alla scalinata che conduce al piano signorile della villa – il lavoro propone narrazioni frammentarie, che bisbigliano episodi legati a oggetti, arredi e personalità vissute in questi luoghi. L’artista Martin Chramosta presenta nella dipendenza un video inedito, in cui a parlare sono i volti di statue animali che abitano silenziosamente lo spazio urbano di città dell’Est Europa, ed espone una serie di nuovi bassorilievi che ri-elaborano forme e composizioni delle facciate di alcuni edifici, attivando un dialogo con le architetture della villa. Sotto il nome collettivo di ‘Fattucchiere’, l’artista Marta Margnetti e la curatrice Giada Olivotto allestiscono nella Sala Elvetica una scenografia abitabile, dove il pubblico è invitato a sostare per esplorare le letture, gli oggetti e altri materiali che nei dieci mesi di residenza romana hanno guidato e nutrito il lavoro del duo – a proposito di pratiche femministe, pozioni magiche e conversazioni private. La storica dell’arte Mathilde Jaccard propone la visualizzazione di un’architettura effimera, legata alle scenografie teatrali della Roma rinascimentale, ricostruita tramite un’approfondita ricerca che analizza la fabbricazione di miti fondativi da parte della propaganda religiosa e del potere politico dell’epoca, tra Roma e Firenze. 

Il percorso prosegue nel giardino, dove su una delle facciate della villa si incontrano tre grandi banner realizzati dalla ricercatrice e politologa Ari Ray, annuncianti tre aforismi che rintracciano un inaspettato percorso di rielaborazione e persistenza nel tempo del pensiero di Antonio Gramsci. Ricostruendo i fatti relativi alla realizzazione alla fine degli anni Venti delle dieci fontane rionali dell’architetto Pietro Lombardi, lo storico e teorico dell’architettura Ilyas Azouzi e l’artista visiva Lou Masduraud escogitano invece un’azione di boicottaggio e resistenza, che grazie alla complicità dell_ visitator_ si propone di mettere a tacere le narrazioni fasciste ancor oggi visibili nello spazio pubblico di Roma. Sotto la loggia al piano rialzato di Villa Maraini alcune performer interpretano un testo scritto dalla storica e teorica dell’architettura Emma Letizia Jones, che insegue i moti di ricorrenza delle forme attraverso i secoli, in dialogo con i frammenti scultorei murati nelle pareti del porticato. Il percorso include infine un progetto collaborativo dell’artista visivo Reto Müller e dello storico dell’architettura Jasper Van Parys, che mettono in dialogo le rispettive ricerche nel desiderio di aprire prospettive inedite su alcuni fatti e oggetti legati alla storia e ai miti di Roma, anche grazie a un’analisi dei meccanismi che strutturano la produzione di immagini e narrazioni nelle culture di ieri e di oggi.

Ad accompagnare il pubblico nella visita de La Casa Ispirata sarà distribuita la breve pubblicazione prodotta per l’occasione, da intendersi come un quaderno di appunti che offre scorci sui progetti presentati dall_ residenti, raccogliendo materiali di lavoro, parole sparse e note visive.

Residenti Roma Calling 2021/2022:

Ilyas Azouzi
Caroline Bridel
Martin Chramosta
Ilaria Gullo
Mathilde Jaccard
Emma Letizia Jones
Marta Margnetti & Giada Olivotto
Lou Masduraud
Reto Müller
Bruno Pellegrino
Ari Ray
Vanessa Safavi
Jasper Van Parys

Leggere le biografie dei Residenti Roma Calling 2021/2022 qui.

Curatrici:

LOCALES è una piattaforma curatoriale fondata a Roma da Sara Alberani e Valerio Del Baglivo – alla quale nel 2021 si unisce Marta Federici – che si propone di attivare una riflessione sulla sfera pubblica attraverso le pratiche artistiche. Grazie a una serie di programmi site-specific che prevedono commissioni di nuovi lavori artistici, esplorazioni nello spazio pubblico, momenti di apprendimento e performance, LOCALES affronta la complessità delle urgenze contemporanee a partire dalla storia politica e sociale di luoghi simbolici della città e delle comunità che li abitano.

Sara Alberani è una storica dell’arte e curatrice indipendente con sede a Roma. Esprime la sua ricerca curatoriale in pratiche artistiche socialmente impegnate che riguardano comunità e spazi pubblici, concentrandosi su progetti a lungo termine. Dal 2019 fa parte della comunità di richiedenti asilo, rifugiati e artisti Trampoline House a Copenaghen ed è curatrice della prossima partecipazione del collettivo a Documenta15. Dal 2020 è co-fondatrice di LOCALES, una piattaforma curatoriale per la produzione di interventi site-specific e pratiche decoloniali all’interno dello spazio pubblico di Roma; e di Orchestre della Trasformazione, un programma pubblico che combina l’immaginazione artistica con nuove strategie di azione nella sfera sociale, co-curato con Visible (Cittadellarte – Fondazione Pistoletto/Fondazione Zegna) e sostenuto dal Palazzo delle Esposizioni di Roma. I suoi progetti sono stati presentati in numerose istituzioni in Italia e all’estero, tra cui documenta15, Biennale Arte e Architettura di Venezia, Centro Pecci, MAXXI, RomaEuropa Festival, Palazzo delle Esposizioni, MANN, Museo Nazionale Romano, Real Academia de España en Roma. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte all’Università La Sapienza di Roma e nel 2019-20 è stata selezionata come curatrice per il master Curatorlab dell’Università Konstfack di Stoccolma.

Marta Federici è storica dell’arte e curatrice. Si interessa di linguaggi artistici ibridi, metodi di lavoro collaborativi, femminismi queer e decoloniali. La sua ricerca indaga la connessione tra teorie e pratiche, tra poetica e politica, ed esplora il modo in cui l’arte si relaziona con le questioni sociali attuali, elaborando diversi immaginari. Dal novembre 2021 lavora come assistente alla curatela del Museo MACTE di Termoli. Co-dirige la programmazione dello spazio indipendente Lateral Roma insieme all’artista Mathias Ringgenberg e alla curatrice Geraldine Tedder. Nell’ambito del collettivo Locales, co-cura con Sara Alberani l’edizione 2022 del programma pubblico Hidden Histories, che prevede incontri, performance e workshop volti a ridiscutere criticamente il patrimonio storico-artistico di Roma. Dal 2015 al 2020 ha lavorato presso Sant’Andrea De Scaphis, sede satellite della galleria newyorkese Gavin Brown’s enterprise. Ha scritto testi critici per artisti, mostre e cataloghi e collabora regolarmente con Flash Art e NERO magazine. Ha conseguito un master in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università La Sapienza e un master interdisciplinare di secondo livello in Arti Performative e Spazi Comunitari all’Università Roma Tre.