Jacqueline Burckhardt
H18:30
Ingresso: via Ludovisi 48
H18:30
Ingresso: via Ludovisi 48
Il talk si terrà in italiano all’Istituto Svizzero, via Ludovisi 48, Roma.
Ingresso gratuito, registrazione consigliata, cliccare qui.
Aperitivo a seguire.
Una serata con due temi:
L’influenza dell’Italia sulla vita professionale di Jacqueline Burckhardt e una conferenza ‘O come Oppenheim’
L’Istituto Svizzero è lieto di ospitare un talk della storica dell’arte e curatrice Jacqueline Burckhardt nell’ambito della mostra attualmente in corso L’arcobaleno riposa sulla strada. L’evento sarà l’occasione per parlare di Meret Oppenheim, dei suoi legami con l’Italia, e presentare la sua ultima pubblicazione La mia commedia dell’arte (Edition Patrick Frey).
«L’arte è il mio ossigeno. È anche un corno inesauribile di abbondanza, attraverso le epoche e le discipline». Jacqueline Burckhardt si avvicina all’arte da diversi punti di vista: come ex restauratrice di opere d’arte, come storica dell’arte, come iniziatrice del programma di performance art alla Kunsthaus Zürich, come co-editrice della rivista d’arte Parkett, come curatrice dell’arte site-specific al Novartis Campus di Basilea, come professoressa all’Accademia di Architettura di Mendrisio, e come direttrice del programma di residenza Sommerakademie al Zentrum Paul Klee di Berna. Si è occupata anche di politica culturale, ricoprendo per nove anni la carica di presidentessa della Commissione federale d’arte.
La mia commedia dell’arte offre una panoramica del lavoro di Jacqueline Burckhardt negli ultimi 50 anni, all’interno del quale anche Meret Oppenheim svolge un ruolo estremamente importante: Jacqueline era amica dell’artista, scriveva su di lei e ne curava mostre.
Il libro è una lunga conversazione tra Jacqueline Burckhardt e il curatore/storico dell’arte Juri Steiner, che rivela il suo ‘inter-esse’, il suo essere in mezzo e nel vivo del campo dell’arte. La conversazione, per quanto possa apparire disinvolta, è tuttavia profonda e illustrata in modo accattivante, e si evolve in un affascinante resoconto del pensiero e dell’opera di Burckhardt. Come rizomi, l’argomento si dirama nei suoi numerosi campi di attività. Tocca la duplice storicità delle opere d’arte, di cui bisogna tener conto in particolare nel restauro artistico, trattata in modo magistrale e giocoso da Giulio Romano, il ‘regista teatrale di un’antichità riportata in vita’, su cui scrisse a suo tempo la sua tesi di laurea. Considerano il concetto di ‘intelligenza estetica’ di Herbert Lachmayer e la natura metafisica dell’opera d’arte. Ci presentano Kairos, il dio greco del momento opportuno, nonché la patrona rinascimentale delle arti Isabella d’Este, una mosca botanica e un polpo. Jacqueline Burckhardt scrive di arte contemporanea da quarant’anni. Gli scritti selezionati inclusi in questo libro si riferiscono ad alcuni dei temi affrontati nella conversazione e forniscono uno spaccato rappresentativo dei suoi saggi.
Cinque inserti testuali e visivi di Laurie Anderson, Kurt W. Forster, Katharina Fritsch, Herbert Lachmayer e Pipilotti Rist forniscono un’idea dei suoi legami con queste/i artiste/i e autrici/autori.
Jacqueline Burckhardt si è formata come restauratrice d’arte presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma e ha conseguito il dottorato in Storia dell’arte all’Università di Zurigo. Dal 1984 è cofondatrice e redattrice della rivista d’arte Parkett, pubblicata in collaborazione diretta con artiste/i internazionali, la cui opera è esplorata in numerosi saggi di importanti scrittrici/scrittori e critiche/critici. Dal 1998 al 2006 è stata presidentessa del Comitato nazionale delle arti in Svizzera. Dal 2004 al 2008 è stata docente ospite presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Dal 2006 è stata consulente d’arte e curatrice di opere d’arte site-specific nel Campus Novartis di Basilea. Dal 2008, Burckhardt è direttrice dell’Accademia estiva del Zentrum Paul Klee di Berna.