25.05.2023

Social Gifts

Arte, Proiezione, Milano

H18:30
Serie I Pomeriggi

Dates
25.05.2023
Location
Milano
Category
Arte, Proiezione
Information

H18:30
Serie I Pomeriggi

L’evento si terrà alle H18:30 all’Istituto Svizzero, via del Vecchio Politecnico 3, Milano. Ingresso gratuito.

Serie I pomeriggi
I pomeriggi all’Istituto Svizzero è una serie dedicata alle/ai nostre/i Residenti. È un’occasione per il pubblico per conoscere in dettaglio i progetti ai quali stanno lavorando durante la residenza di quest’anno.
Evento a cura di Jiajia Zhang (Roma Calling 2022/2023).

L’artista Jiajia Zhang presenta due dei suoi ultimi lavori video: un video realizzato durante la sua residenza a Milano, e un emotivo collage di immagini in movimento che riflette su questioni culturali e sociali dal 2021. A seguire, l’artista sarà in conversazione con Gioia Dal Molin (Curatrice Istituto Svizzero) su temi quali le metodologie di lavoro, spazi pubblici e privati e il ruolo delle emozioni nel suo lavoro.

Social Gifts
Jiajia Zhang, 2023
Durata: 13:09 min

Il nuovo film di Jiajia Zhang, Social Gifts (2023), è stato creato durante la sua residenza a Milano. Si tratta di filmati che l’artista ha girato con una telecamera portatile mentre camminava per le strade di Milano e Roma con il suo compagno, Jiří Makovec, e sua figlia, Fibi Lou Zhang, nata nel settembre dello scorso anno. Nel filmato sono incluse immagini della folla intorno ad attrazioni come il Duomo di Milano e la Fontana di Trevi a Roma, ma i monumenti stessi sono tagliati fuori dalle immagini. Al loro posto, si vedono per lo più inquadrature ingrandite di corpi. La macchina da presa si concentra sulle trame delle giacche, sui torsi di adolescenti che si stringono in nodi complicati, sui modelli delle scarpe e sul flusso del tessuto di una gonna in movimento. La macchina da presa dirige il nostro sguardo anche su infrastrutture banali: un primo piano dell’acqua che sgorga in una fontana, la griglia di un pozzo circondata da dissuasori di traffico. Vediamo una donna in posa per una foto: alcune parti del suo corpo sono oscurate – la testa, per esempio, è a volte bloccata da uno spettatore – ma la macchina da presa si concentra sulle sue mani, impegnate un momento a dirigere una macchina fotografica fuori dall’inquadratura, per poi stringere il corpo mentre assume la posa per una foto. Le luci di Natale, da vicino, entrano ed escono dal fuoco. La macchina da presa punta sul marciapiede mentre la luce verde, blu e viola lo investe, saturando momentaneamente le inquadrature. Il tutto appare come un palcoscenico, come se fosse diretto da un coro di riflettori invisibili.
Il filmato è accompagnato dal testo di Gertrude Stein del 1936 What Are Master-Pieces and Why Are There So few of Them, letto da Martin Burr, un attore svizzero, registrazione del testo che Jiajia Zhang ha trovato online. Sulle immagini sono impresse frasi tratte da testi scientifici, documenti di marketing e guide sul modello di business degli influencer. Attraverso questo collage, Jiajia Zhang collega il palcoscenico della vita pubblica cittadina in Italia, e la particolare performatività di questo ambiente, allo spazio performativo appiattito e commerciale di internet, di cui l’influencer è diventato la figura emblematica. Sovrapponendo la frase di apertura ‘Cosa sono gli influencer e perché ce ne sono così tanti’ alla lettura del titolo del saggio di Stein, Zhang collega lo spazio rarefatto dell’arte d’avanguardia, dove il valore si basa sulla scarsità, allo spazio culturale di internet, dove i profitti derivano dalla quantità e dalla portata di massa. Ci si chiede: che cos’è un capolavoro? Sono così rari perché sono così difficili da individuare? E, più specificamente, collegando i tre flussi di cui si compone il video: l’influencer è un capolavoro? I corpi che vediamo muoversi dentro e fuori dall’inquadratura, quando la telecamera di Zhang è puntata sulle strade di Milano e Roma, sono capolavori? O sono influencer? Sono tanti e sembrano per lo più uniformi, non individualizzati. Eppure, nella luce in cui vengono catturati, nelle pose che assumono, mentre le loro giacche a sbuffo riflettono la fredda luce invernale e i colorati ornamenti natalizi, nel modello che diventano, appaiono belli, significativi, propositivi.
Estratto da un testo di Melanie Bühler

Untitled (After Love)
Jiajia Zhang, 2021
Duration: 16:26 min

Il video Untitled (After Love) comprende un collage di immagini associate, collegate da filmati trovati provenienti da karaoke, social media e video televisivi e intervallate da materiale filmato personale e da filmati di famiglia d’archivio. Una successione di canzoni pop occidentali presentate come testi di karaoke è combinata con citazioni scritte per creare la narrazione del video. Le immagini in movimento evocano una tavolozza di emozioni, accennano a condizionamenti culturali e a diversi stili di educazione, spaziano dal personale al collettivo e riflettono sulle identità femminili plasmate in termini di ruoli sociali e di standard di bellezza, facendo al contempo un forte riferimento alla cultura popolare e alla doppia eredità culturale dell’artista, ancorata a realtà culturali sia occidentali che orientali.

Jiajia Zhang lavora con diversi media digitali (moving-)image, video e fotografia, che presenta in installazioni spaziali. Riorganizza il materiale visivo, in parte auto-prodotto e in parte trovato, in un processo preciso, mettendo in relazione i frammenti tra loro in modi inaspettati. Così, fenomeni sociali e prodotti di massa incontrano questioni minori come video privati di YouTube o post di Instagram. L’artista apre così una terra di confine piena di tensione che fonde il personale e il generico, sfidando le nostre definizioni e nozioni radicate di privato e pubblico. Da un lato, il lavoro di Jiajia Zhang è un bilancio pittorico della realtà; dall’altro, ci mette di fronte all’elemento speculativo che la percezione della realtà comporta. Jiajia Zhang ha studiato architettura al Politecnico di Zurigo dal 2001 al 2007 e fotografia all’International Center of Photography di New York dal 2007 al 2008. Nel 2020 ha completato il Master of Fine Arts presso la Zurich University of the Arts (ZHdK). Il suo lavoro esposto, tra gli altri, a: Kunstmuseum St. Gallen (2023), Kunstraum Riehen, Basilea (2023), Fluentum, Berlino (2022), Swiss Art Awards, Basilea (2022); Werkstipendium Zürich (2022); FriArt, Friburgo (2022); Coalmine Gallery, Winterthur (2021); Kunsthaus Glarus (2021); Fondation d’entreprise Pernod Ricard, Parigi (2021); Haus Wien (2020); Kunsthalle Zürich (2020); Kunsthalle San Gallo (2019).