25.03.2022—19.05.2022

Re_g(u)ard_e

Arte, Mostra collettiva, Milano – Spazio Gamma

Opening 24.03.2022 H18:30
ME-VE: H14:30-19:00
SA: H11:00-19:00

Dates
25.03.2022
19.05.2022
Location
Milano – Spazio Gamma
Category
Arte, Mostra collettiva
Information

Opening 24.03.2022 H18:30
ME-VE: H14:30-19:00
SA: H11:00-19:00

La mostra si tiene allo Spazio Gamma, via Pastrengo 7, Milano.

Orari di apertura:
MercoledĂŹ-venerdĂŹ: H14:30-19:00
Sabato: H11:00-19:00

 

L’Istituto Svizzero sostiene la mostra curata da Irene Biolchini e Sofia Baldi allo Spazio Gamma, che presenta nuove produzioni di Matthew Attard, Meloe Gennai (ex Residente Milano Calling 2020/2021, in collaborazione con Rafael Kouto e Jazil A. Santschi), Stefano Non e la partecipazione di Sergio Giusti, che per l’occasione presenta alcuni testi narrativi inediti. 

Re_g(u)ard_e gioca con il termine guarde (inteso come custode/guardiano), il verbo inglese regard (considerare) e il verbo francese regarde (guardare), provando a scardinare i limiti del visivo e la troppo frequente associazione tra sguardo e giudizio. Le opere esposte sono installazioni, performance e video. 

Matthew Attard (Malta, 1987) presenta My passport un’installazione site specific per la vetrata d’ingresso di Spazio Gamma, oscurata dalla presenza di due pellicole nere che permettono il passaggio della luce interna solo attraverso piccoli fori. L’immagine distorta Ăš stata creata dall’artista registrando il movimento che i suoi occhi compiono nel guardare il proprio passaporto. Uno strumento di controllo e registrazione burocratica diventa il dispositivo attraverso il quale ripensare la propria identitĂ . Il passaporto, rielaborato, diventa cosĂŹ uno strumento di accessibilitĂ  pubblica. In questa occasione Attard presenta in anteprima italiana anche Super imposed eye-drawings, video prodotto originariamente nel settembre 2021. L’artista si riappropria dei simboli coloniali di potere della piazza Castille di Valletta: un dispositivo di eye tracking registra i movimenti del suo occhio ridisegnando le architetture e i monumenti che popolano la piazza. Il risultato finale non Ăš una mappa e nemmeno un rendering, ma una possibile rappresentazione dello spazio attraverso la presenza e la testimonianza del guardare. 

GiovedĂŹ 28 aprile alle H19:00 Meloe Gennai (1986) ha presentato la performance Tavole Giranti con la collaborazione di Jazil Santschi (sound design) e Rafael Kouto (fashion design), un tentativo di collegare e onorare gli antenati, i ghost writers, le muse. Le domande che vengono poste sono: «Come onoriamo le forze invisibili necessarie per scrivere? E se tutto dovesse essere ribaltato? I fantasmi avrebbero preso il sopravvento?». Questa performance – intrinsecamente decoloniale, queer, transfemminista e pro-stregoneria, Ăš un tentativo di connettersi agli spiriti. 

L’installazione multimediale di Stefano Non (Lodi, 1984), si intitola Le custodi dell’infinito e desidera concentrarsi sulla connessione fra l’atto del guardare come forma di cura infinita e la possibilitĂ  di trasformazione della cura in un linguaggio umano e dunque come atto poetico. Con la sua opera l’artista sottolinea l’importanza fisica e simbolica dell’amore che – in opposizione al determinismo tecnologico della societĂ  – definisce l’essere umano in quanto tale. In una societĂ  che ogni giorno discute i limiti dell’antropocentrismo, l’artista riporta al centro nuovi valori di consapevolezza.