20.10.2023—18.02.2024

Poetry for Revolutions

Arte, Mostra collettiva, Roma

ME/VE: 14:00-18:00
GIO: 14:00-20:00
SA/DO: 11:00-18:00
Ingresso: via Ludovisi 48

Dates
20.10.2023
18.02.2024
Location
Roma
Category
Arte, Mostra collettiva
Information

ME/VE: 14:00-18:00
GIO: 14:00-20:00
SA/DO: 11:00-18:00
Ingresso: via Ludovisi 48

Poetry for Revolutions. A Group Show with Manifestos and Proposals

Un progetto di collaborazione tra l’Istituto Svizzero (Roma) e il Cabaret Voltaire (Zurigo).

Con: Bassem Saad, Ceylan Öztrük, Guerreiro do Divino Amor, Giorgio Zeno Graf, Industria Indipendente, Ivona Brđanović, Maya Olah, Mathis Pfäffli, Michèle Graf & Selina Grüter, MigrArt/DACZ (Deniz Damla Uz & Niştiman Erdede), Ramaya Tegegne, RM, Sandra Mujinga, Shirana Shahbazi e Ursula Biemann. E una vetrina storica con materiale d’archivio e manifesti di Rivolta Femminile, Le Nemesiache e Anna Oberto.

A cura di Gioia Dal Molin (Istituto Svizzero) e Salome Hohl (Cabaret Voltaire).

Poetry for Revolutions: A Group Show with Manifestos and Proposals è un progetto espositivo nato dalla collaborazione tra l’Istituto Svizzero e Cabaret Voltaire, che si svolge simultaneamente a Roma e Zurigo. La mostra fa riferimento all’importanza storica e al potenziale del manifesto come mezzo di espressione politica e artistica che sfida le strutture di potere dominanti.

In questo contesto, numerose/i artiste/i e scrittrici/scrittori hanno concepito dei manifesti contemporanei affrontando temi di attualità, tra cui la crisi ecologica, il potere del linguaggio e le questioni sociopolitiche contemporanee. I manifesti sono esposti sia nella loro forma originale, sia come copie in bianco e nero che il pubblico può liberamente prendere dall’espositore creato appositamente dall’artista Ceylan Öztrük.

Oltre ai manifesti, alcune/i delle/degli artiste/i in mostra presentano opere aggiuntive, come le opere scultoree di Ceylan Öztrük, di Mathis Pfäffli e di Sandra Mujina, le fotografie di Shirana Shahbazi, l’opera sonora di Industria Indipendente, le video-installazioni di Bassem Saad e di Ursula Biemann, o l’installazione neon di Michèle Graf e Selina Grüter, all’ingresso principale della Villa.

La mostra include documenti storici di Rivolta Femminile, del collettivo Le Nemesiache e dell’artista Anna Oberto, offrendo un’immersione nella storia del femminismo italiano degli anni ’60 e ’70 attraverso il lavoro di movimenti che hanno giocato un ruolo significativo nel ridefinire la cultura e l’identità femminile in Italia e all’estero.

Il progetto Poetry for Revolutions è il risultato di una conversazione in corso tra le curatrici Gioia Dal Molin e Salome Hohl sulla responsabilità politica del loro ruolo all’interno del contesto istituzionale. In un momento di crisi politica, sociale ed ecologica diffusa, è inevitabile chiedersi se quello che si fa è sufficiente e si sollevano domande come: qual è il significato di un manifesto oggi? quali sono le nuove forme di ribellione nell’era attuale?  O ancora, quali parole o pensieri potrebbero essere oggi affissi sui muri di Roma o Zurigo?

Scaricare il testo curatoriale e la mappa della mostra qui.

La mostra a Roma coincide con un display al Cabaret Voltaire, Zurigo, visibile dal 06.10.2023 al 31.03.2024.

Il Cabaret Voltaire è stato fondato nel 1916 a Zurigo da Hugo Ball e Emmy Hennings, tra gli altri, ed è considerato la culla del Dada. Il Cabaret Voltaire è un luogo in cui confrontarsi con il proprio presente e con i suoi mezzi di espressione attraverso le discipline. Queste esigenze nei confronti di un’istituzione hanno la stessa urgenza oggi come nel 1916. Le posizioni storiche e le strategie contemporanee che affinano il nostro giudizio politico ed estetico possono essere discusse sullo sfondo dadaista. Il Cabaret Voltaire funziona contemporaneamente come ‘locale’ per artiste/i, centro di competenza e luogo di mediazione per Dada, nonché piattaforma per l’arte contemporanea e il dibattito.

INFORMAZIONI PRATICHE

Istituto Svizzero
Via Ludovisi 48, Roma
Ingresso gratuito, nessuna registrazione richiesta

Orari di apertura
Mercoledì/Venerdì: 14:00-18:00
Giovedì: 14:00-20:00
Sabato/Domenica: 11:00-18:00

La mostra sarà eccezionalmente chiusa il 31 gennaio

Per informazioni stampa contattare: press@istitutosvizzero.it.

Il progetto è sostenuto da:
Stiftung Temperatio
Philaneo Stiftung
Stiftung Anne-Marie Schindler
Ernst und Olga Gubler-Hablützel Stiftung
Stiftung Kulturfonds
ProLitteris
Fondazione Oertli

Biografie:

Anna Oberto (1934) è nota come figura di spicco nel Movimento della Scrittura Visuale, con un approccio teorico e operativo particolare sul tema del femminile. Ha collaborato con il marito Martino Oberto fin dal 1958, anno in cui hanno fondato la rivista Anna Eccetera. Nel 1975, ha pubblicato la prima Antologia internazionale di operatrici visuali e nel 1979 ha contribuito alla voce ‘Poesia Visiva’ nell’enciclopedia Lessico Politico delle donne. Anna Oberto ha partecipato attivamente a importanti mostre nazionali e internazionali in istituzioni come la Biennale di Venezia, il Finch College Museum di New York, il GAM di Torino, la Hayward Gallery di Londra.

Bassem Saad è artista scrittrice/tore nat* a Beirut. Il loro lavoro esplora le nozioni di rottura storica, spontaneità ed eccedenza, attraverso film, performance e sculture, oltre a saggi e narrativa. Ponendo l’accento sulle forme di lotta passate e presenti, cercano di collocare le scene di scambio intersoggettivo all’interno delle loro cornici storico-mondane. Il lavoro di Bassem è stato presentato e proiettato a: MoMA, CPH:DOX, Triangle-Asterides, Busan Biennale e Transmediale. Attualmente sono borsisti presso il Berlin Program for Artists. Il loro film più recente, Congress of Idling Persons, ha ricevuto una menzione speciale nella categoria New:Vision Award al CPH:DOX 2022. I loro scritti sono apparsi su The New Inquiry, Jadaliyya, FailedArchitecture e The Funambulist.

Ceylan Öztrük è un’artista, vive e lavora a Zurigo. Ha completato il suo dottorato di ricerca pratico (2016) presso la Mimar Sinan Fine Arts University (Istanbul), e ha frequentato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti di Vienna sulle pratiche dell’arte postconcettuale nel 2014. Si è laureata presso la Facoltà di Belle Arti, Dipartimento di Scultura dell’Università Anadolu. Ceylan Öztrük apre le porte alle forme di conoscenza accettate e si concentra sul modo in cui queste nascono; come queste reindirizzano un particolare flusso e influenzano le strutture di potere. Ha esposto e si è esibita, tra l’altro, a: Teatro Gessnerallee (Zurigo, 2023 e 2020), Biennale di Ginevra, FriArt Kunsthalle (Lussemburgo, 2021), Longtang (Zurigo, 2020), IV. Berliner Herbstsalon (2019); My Wild Flag Festival, Stoccolma (2019); Call me Venus, Mars, Istanbul (2016).

L’artista svizzero-brasiliano Guerreiro do Divino Amor (Ginevra, 1983, vive e lavora a Rio de Janeiro) ha conseguito un Master in architettura presso la Scuola di Architettura di Grenoble e La Cambre Architecture (Bruxelles). La sua ricerca esplora le superfiction, le narrazioni storiche, politiche, religiose e mediatiche che interferiscono nella costruzione del territorio e dell’immaginario collettivo. Il suo lavoro è stato presentato al Centre d’Art Contemporain (Ginevra), alla Frestas Trienal (Sorocaba, Brasile), alla Seconda Bienal Tropical di Porto Rico, al Centro per l’Arte Contemporanea di Vilnius (Lituania), alla Pinacoteca di San Paolo, alla Fondazione Iberê Camargo di Porto Alegre (BR), tra le altre istituzioni. Nel 2024 Guerreiro do Divino Amor rappresenterà la Svizzera alla 60ª Biennale di Venezia.

Giorgio Zeno Graf (1999, Lugano) vive e lavora a Zurigo. Ha conseguito un Bachelor e un Master in Arti Visive presso la Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK). Il lavoro di Giorgio Zeno Graf si concentra sull’uso delle risorse attraverso sculture e installazioni, con uno spiccato interesse per le relazioni simbiotiche che si instaurano con l’ambiente circostante. Nel 2020 Graf ha ricevuto il primo premio a Le stanze dell’arte / Premio giovani artisti Genesi creativa, m.a.x. museo, Chiasso. Graf ha partecipato a mostre collettive tra cui: Bissone Arte 22 e CALCI (Ai Molti Tesori, Mendrisio), ALLDA (Zurigo), Offspace Flüelastrasse (Zurigo) e Material (Zurigo).

Industria Indipendente è un collettivo romano di arti visive, performative e di scrittura fondato da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri. La loro ricerca è radicata nel linguaggio: una scrittura estesa che si inscrive nei corpi, negli ambienti e nelle superfici; diventa azione e performatività; si liquefa e si espande nel suono, nella voce e nella luce; apre, contamina e confonde i confini tra sé e gli altri, qui e altrove. Le loro opere articolano sempre domande e riflessioni: la dimensione ‘improduttiva’ del tempo, la creazione di mondi alternativi e fittizi in cui si formano comunità e alleanze, un costante ribaltamento e ricreazione delle identità individuali e collettive. Hanno appena debuttato al Teatro Nazionale di Roma con lo spettacolo Left Hand, uno spazio performativo, visivo e acustico.

Ivona Brđanović è una drammaturga, attivista queer-femminista, sceneggiatrice e autrice. Nata in Bosnia-Erzegovina, vive a Zurigo dal 1991. Dopo aver studiato ingegneria ambientale a Zurigo, si è laureata presso l’Istituto svizzero di letteratura di Bienne e ha conseguito un Master in cinema/sceneggiatura presso la Zürcher Hochschule der Künste (ZhdK). È redattrice di GLITTER, la prima rivista letteraria queer del mondo di lingua tedesca. Oltre a tenere regolarmente spettacoli ed eventi in Svizzera e Germania, scrive per collane e pubblica i propri testi. I suoi temi principali sono minoranze, queer e migranti.

Le Nemesiache è un gruppo storico femminista fondato da Lina Mangiacapre nel 1970. Il gruppo non ha mai smesso di esistere e svolgere attività artistiche e culturali, dando anche ampio spazio all’azione politica con iniziative e manifestazioni a Napoli, sul territorio campano e altrove, in Italia e all’estero.

Maya Olah, nata nel 1990 e cresciuta a San Gallo, ha studiato linguistica e letteratura tedesca ed etnologia a Zurigo e Vienna. Lavora come autrice e insegnante, sviluppa concetti e testi per formati audio e spettacoli e scrive prosa. Diversi suoi racconti hanno vinto premi, sono stati pubblicati in riviste letterarie e sono stati trasmessi alla radio. Dirige un progetto artistico interdisciplinare sul tema della danza della morte e ha pubblicato l’antologia Bailando Bailando. Ein Totentanz, pubblicata da Vexer Verlag Berlin. Vive a Zurigo e sta lavorando al suo primo romanzo.

Mathis Pfäffli (1983, Lucerna) vive e lavora a Zurigo. Ha studiato graphic design e illustrazione a Lucerna e Amburgo, nonché arte libera all’Institut Kunst di Basilea. Per le sue sculture e installazioni utilizza oggetti trovati in natura e nell’industria, che ricombina e aliena. Proprio come i suoi disegni surrealisti, essi riprendono il paesaggio, la crescita e la decadenza. In questo modo, l’artista gioca con le immagini esistenti del mondo, del nostro linguaggio e dell’ambiente. Le sue opere sono state esposte, tra le altre, alla Kunsthaus Baselland, al Museum im Bellpark e al Kunstmuseum Luzern. Nel 2023 è stato finalista agli Swiss Art Awards.

Michèle Graf (1987, Wetzikon) & Selina Grüter (1991, Zurigo) sono un duo di artiste che vive a New York e lavora con il linguaggio e la traduzione. Hanno studiato arti multimediali alla Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK) e partecipato al Whitney Independent Study Program. Tra le mostre e le performance recenti vi sono: More Clock Work, Fanta-MLN, Milano; The Besieged Courtyard (Il cortile assediato), Istituto Svizzero, Milano; Clock Work, Kunstverein Kevin Space, Vienna; Contradictory Statements, Kunsthalle Friart Fribourg; Sequences, Emily Harvey Foundation, New York.

MigrArt/DACZ (Deniz Damla Uz & Niştiman Erdede): MigrArt è un’associazione con sede a Zurigo fondata da persone che hanno dovuto cercare rifugio e da artiste/i BIPoC (Black, Indigenous, and people of color). Le attività di MigrArt sono create con il coinvolgimento della comunità, nella ferma convinzione che l’arte svolga un ruolo vitale nel mettere in contatto e potenziare persone provenienti da contesti, identità e appartenenze diverse, in particolare quelle che vivono ai margini. Il Decolonial Art Collective Zurich è un progetto a lungo termine dell’associazione MigrArt, avviato da Niştiman Erdede. Offre spazi, reti, risorse e programmi ad artiste/i e operatrici/operatori culturali rifugiate/i a Zurigo e altrove per portare avanti le proprie attività artistiche, creare una rete di contatti con la scena culturale e trovare spazio e tempo per costruire un arco artistico dalle loro origini al presente.

Ramaya Tegegne (1985, Ginevra) è un’artista, ricercatrice e produttrice culturale che vive e lavora a Ginevra. La sua ricerca e la sua pratica tentano di svelare i meccanismi di un modello dominante all’interno dei campi culturali e della nostra società, osservando l’economia, la storicizzazione e le relazioni di potere attraverso cui si costituiscono. Ha esposto in mostre personali alla Künstlerhaus di Stoccarda, all’Istituto Svizzero a Milano, al Ludlow 38 di New York, al Kevin Space di Vienna e alla Fri Art Kunsthalle di Friburgo. Nel 2017 ha lanciato Wages For Wages Against, una campagna per la remunerazione delle/degli artiste/i e per migliori condizioni di lavoro, che ha ricevuto uno Swiss Art Award nel 2022.

Rivolta Femminile è stato un influente gruppo femminista italiano emerso negli anni Settanta, fondato dalla scrittrice e attivista Carla Lonzi insieme ad altre donne come Carla Accardi, Elvira Banotti e altre figure di spicco del movimento femminista italiano. Carla Lonzi scrisse nel 1970 l’influente libro Sputiamo su Hegel, in cui espresse le sue posizioni radicali sull’emancipazione delle donne e sulla creazione di un proprio spazio per le voci femministe. Rivolta Femminile ha dato un contributo significativo al discorso femminista e ha lasciato un’eredità duratura nella lotta per la parità di genere in Italia e altrove.

RM (ex Real Madrid) è un collettivo artistico fondato a Ginevra nel 2015. Le opere del gruppo esplorano le intersezioni tra sessualità, consumismo e identità attraverso progetti di scultura e installazione su larga scala, che esaminano le risposte sociali e politiche alle malattie stigmatizzate, concentrandosi sulle infezioni e le malattie sessualmente trasmissibili. Le loro mostre recenti includono Auto Italia South East, Londra (2023), CEC Centre d’Edition Contemporaine, Ginevra (2023), Swiss Institute, New York (2022), Centre Culturel Suisse, Parigi (2021), Fondazione ICA Milano (2021), Centre d’Art Contemporain, Ginevra (2021), Quadriennale Roma, Roma (2021) e altre. RM ha ricevuto lo Swiss Art Award nel 2018 e nel 2023.

Sandra Mujinga (1989 a Goma, RDC) è un’artista e musicista norvegese multidisciplinare che lavora tra Berlino e Oslo. Pensando attraverso la narrativa speculativa della tradizione afrofuturista, Sandra Mujinga gioca con le economie di visibilità e scomparsa. Le sue opere negoziano le questioni dell’auto-rappresentazione e della conservazione, dell’apparenza e dell’opacità, attraverso una pratica interdisciplinare in cui spesso inverte le tradizionali politiche identitarie della presenza. Le opere dell’artista si discostano da un approccio puramente antropocentrico alla comprensione del mondo transitorio in cui viviamo oggi, per questo Mujinga cerca ispirazione nel modo in cui gli animali sviluppano strategie di sopravvivenza e si adattano ad ambienti ostili.

Shirana Shahbazi (1974, Teheran) è un’artista riconosciuta a livello internazionale che vive e lavora a Zurigo dal 1997. Le sue opere sono rappresentate in collezioni pubbliche di tutto il mondo, come Aargauer Kunsthaus, Aarau; Guggenheim Museum, New York; Kunsthaus Zürich; MoMA, New York; Tate Modern, Londra; Sprengel Museum, Hannover. Mostre sono state presentate presso istituzioni internazionali, tra cui il MoMA di New York, l’Hammer Museum di Los Angeles, la Barbican Art Gallery di Londra e la Biennale di Venezia. Insieme a Manuel Krebs, ha pubblicato diversi libri d’artista e monografie. Le è stato assegnato il Prix Meret Oppenheim (2019).

Ursula Biemann è un’artista e autrice svizzera, la cui pratica è incentrata sul lavoro sul campo, spesso nei territori indigeni, e sulla creazione di reti tra diversi campi del sapere. La sua pratica artistica riflette sulle ecologie politiche delle foreste, del petrolio e dell’acqua, creando prospettive critiche sulle dinamiche di estrazione e proponendo anche modalità ecocentriche alternative di relazione con il mondo naturale. Biemann ha recentemente pubblicato la monografia online Becoming Earth su dieci anni di lavori video e scrittura ecologica con UNAL Bogotà, e il libro Forest Mind con Spector Books (2022).