28.05.2015

Lotta di classe, sindacato e immaginario negli USA

Arte, Conferenza, Roma

Officine Zero – via Umberto Partini, 20 Roma

Introduzione

Biografie

Dates
28.05.2015
Location
Roma
Category
Arte, Conferenza
Information

Officine Zero – via Umberto Partini, 20 Roma

Degli anni Trenta, della Grande Depressione dello scorso secolo, si ricordano i fascismi e, nel caso degli Stati Uniti, Roosevelt e il suo New Deal. Nulla si ricorda delle lotte straordinarie che fecero del New Deal una vera discontinuitĂ  nella storia del capitalismo, nel senso di una conquistata «democrazia economica». Da San Francisco a Minneapolis, dalla Georgia al Rhode Island, scioperi durati mesi, scontri molto duri con la polizia e la Guardia Nazionale imposero un uso operaio delle politiche rooseveltiane. Dai portuali agli operai tessili, passando per l’automobile, le figure del lavoro che avevano preso congedo dal sindacato (AFL) nei tardi anni Venti lo riconquistarono su un terreno nuovo: senza il CIO (Congress of Industrial Organizations), che nasce nel 1935, non si capisce il New Deal (in particolare il Wagner Act), e viceversa. Decisivo il problema dell’organizzazione sindacale dei non organizzati; decisiva l’emersione di nuove pratiche di lotta; decisiva la capacitĂ  di trasformare il conflitto di classe in nuove istituzioni politiche e sociali.
È passato quasi un secolo da allora e nel mondo insiste la crisi del capitalismo neoliberale. All’orizzonte si cronicizza e si estende globalmente una violenta «accumulazione originaria», fatta di impoverimento, attacco ai salari, disoccupazione di massa, spossessamento e privatizzazioni (del welfare, dei commons, ecc.). Il sindacato italiano, in modo non dissimile dall’AFL, giace morente all’angolo, quando non partecipa direttamente all’interesse di impresa. «Organizzare i non organizzati», come negli Stati Uniti degli anni Trenta, Ăš tutt’altro che uno slogan ideologico. Slogan attualissimo, impegna chi ritiene la trasformazione un processo, fatto di salti indubbiamente, ma anche di quotidiana tutela dei nuovi poveri, del lavoro senza diritti, dei disoccupati.
Gli USA della Grande Depressione dunque saranno al centro del dibattito e dello scavo genealogico, con uno sguardo rivolto tanto alle pratiche di lotta e di organizzazione quanto alla produzione artistica e all’immaginario che attraversarono il conflitto di classe di quel decennio.

 

L’incontro Ăš organizzato in collaborazione con CLAP – Camere del lavoro autonomo e precario, e fa parte della mostra Strike, la prima personale in una istituzione europea dell’artista di San Diego Fred Lonidier. La mostra Ăš parte del ciclo di progetti di Openings Out to Reality, iniziato nel 2012 dall’Istituto Svizzero di Roma come ricerca aperta sul rapporto tra arte, istituzioni e societĂ .

Sergio Bologna nato nel 1937, ha insegnato in varie università in Italia e in Germania. Si ù occupato di storia del movimento operaio e della società industriale. Ha partecipato alla fondazione della rivista “Classe operaia”, ha fondato e diretto la rivista “Primo Maggio”. È stato coordinatore del settore merci del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (1998-2000), membro del Comitato scientifico per il Piano Nazionale della Logistica (2010-2012) ed esperto del CNEL sui problemi marittimo-portuali.

Bruno Cartosio nato nel 1943, ha insegnato Storia dell’America del Nord all’UniversitĂ  di Bergamo. Si occupa da anni di storia sociale e culturale degli Stati Uniti. Dirige, con Alessandro Portelli e Giorgio Mariani, “Acoma. Rivista Internazionali di Studi Nordamericani”. Tra i suoi volumi: Lavoratori negli Stati Uniti. Storia e culture politiche dalla schiavitĂč all’IWW (Arcipelago 1989); Gli Stati Uniti contemporanei, 1865-2002 (Giunti 2002); La grande frattura. Concentrazione della ricchezza e disuguaglianze negli Stati Uniti (Ombre Corte 2013).

Fred Lonidier nato nel 1942 ù artista, attivista e membro del sindacato. Ha insegnato fotografia all’Università della California a San Diego, dove tutt’ora vive. Negli anni Settanta ha fatto parte dei movimenti sociali di emancipazione razziale, sessuale e di genere; ha preso parte alle proteste studentesche contro la guerra in Vietnam. I suoi studi in Sociologia e Arti visive, l’amicizia con Martha Rosler, Allan Sekula e Phel Steinmetz hanno influenzato il suo lavoro, che esplora una fotografia orientata al cambiamento sociale.