Splendore e marmo nelle chiese di Roma nel Medioevo
H18:00
Entrata: Via Ludovisi 48
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Entrata: Via Ludovisi 48
Splendore e marmo nelle chiese di Roma nel Medioevo – Corpus Cosmatorum II.4
Incontro in occasione della pubblicazione del quarto volume del Corpus delle Chiese di Roma nel Medioevo 1050–1300
La ricerca prende in esame l’architettura e gli assetti liturgici delle chiese medievali romane dall’XI secolo alla fine del XIII, dedicando particolare attenzione all’arte della decorazione marmorea, nota con la definizione di “cosmatesca”, e al suo rapporto con l’antico. La peculiare estetica degli spazi sacri dell’epoca, dove si sperimentavano approcci di volta in volta inediti per rinnovare la grande Roma paleocristiana, con i suoi sontuosi marmi policromi, è interpretabile come una manifestazione del papato rafforzato dalla Riforma gregoriana. Oggi solo pochi monumenti possono rendere testimonianza di questo originario splendore. La maggioranza delle chiese medievali romane ha dovuto cedere il posto ai rinnovamenti barocchi o ha perduto i suoi originari arredi liturgici. Lo studio dei frammenti superstiti, nonché delle fonti testuali e figurative consente, tuttavia, di ricomporre un’immagine ricca e variegata della peculiare arte romana, finora poco conosciuta. Lo studio monografico consente di ricavare ulteriori informazioni in merito all’influenza esercitata sulle chiese romane dai vari gruppi sociali: ogni edificio occupa nei conflitti tra le fazioni una posizione specifica di autorappresentazione della curia, dell’aristocrazia, del comune o degli ordini che dipendeva da segni forti e da evidenti distinzioni. Riflettendo anche la fortuna critica e la storia dei restauri, queste “biografie” delle chiese di Roma costituiscono un elemento della nostra presente storia delle idee.
Nel quarto volume delle Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter 1050–1300. M–O sono indagati trentasette edifici sacri tra i quali numerose chiese mariane celebri come S. Maria Rotonda (Pantheon) o S. Maria sopra Minerva ma anche alcune meno conosciute, come S. Maria in Cappella. Ogni capitolo monografico si concentra sulla storia delle istituzioni di ciascuna chiesa, sulla sua architettura e sui suoi arredi liturgici. Una posizione preminente spetta a S. Maria in Cosmedin: l’analisi delle sue complesse fasi edilizie e dei restauri getta in molti casi una nuova luce sulla fabbrica che pure in genere è ormai ritenuta ben nota. Il volume è arricchito da un inserto di tavole a colori a significativa testimonianza dell’architettura ecclesiastica romana del Medioevo.
La ricerca e la realizzazione del volume sono sostenute dal Fondo nazionale svizzero.
Programma
H18:00 Saluti istituzionali
Joëlle Comé (Direttrice, Istituto Svizzero)
18:10 Introduzione dei curatori del volume
Daniela Mondini (Università della Svizzera italiana)
Carola Jäggi (Università di Zurigo)
Peter Cornelius Claussen (Università di Zurigo)
H18:20 Ad quartum gradum: le chiese di Roma dalla M alla O
Valentino Pace (Università di Udine)
Peter Cornelius Claussen è professore emerito di Storia dell’arte medievale presso l’Università di Zurigo e il creatore della raccolta del Corpus Cosmatorum. Storico dell’arte poliedrico, già professore presso l’Università di Francoforte, le sue ricerche spaziano dall’oreficeria alla scultura e architettura gotiche e dalle firme degli artisti medievali all’arte e psichiatria. Si è inoltre occupato anche dell’arte federiciana e della ricezione del Medioevo in epoca moderna. Fra le sue pubblicazioni dedicate all’arte medievale a Roma si annoverano innumerevoli saggi, oltre al suo testo Magistri doctissimi romani (1987) che inaugura il Corpus Cosmatorum, seguito dai primi tre libri delle Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter (2002–2010) ai quali si aggiunge il presente volume.
Carola Jäggi è titolare della cattedra di Storia dell’arte medievale, archeologia paleocristiana, alto- e tardo- medievale presso l’Università di Zurigo. È specialista dell’architettura sacra medievale comprensiva degli arredi liturgici, affrontati con ricerche sistematiche, ad esempio circa i diversi fenomeni di reimpiego oppure la sacralità dei luoghi e degli oggetti. Le sue pubblicazioni trattano un ampio spettro di temi, dall’urbanistica tardo-antica al dibattito sulle immagini nella Riforma; in esse giocano un ruolo importante l’Italia e Roma, così come Bisanzio e l’Europa centrale. Dal 2015 presiede assieme a Daniela Mondini al progetto per la prosecuzione del Corpus Cosmatorum finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca.
Daniela Mondini è professoressa di Storia dell’arte e dell’architettura presso l’Accademia di architettura Mendrisio (Università della Svizzera italiana). I suoi studi vertono principalmente sul Medioevo romano, su luce e oscurità in architettura, sulla storiografia artistica e sulla storia della fotografia. Dal 2002 al 2010 ha collaborato insieme a Darko Senekovic al secondo e al terzo volume delle Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter diretto da Peter Cornelius Claussen e dal 2015 coordina insieme a Carola Jäggi il gruppo di ricerca internazionale per la continuazione del Corpus Cosmatorum con un finanziamento del Fondo nazionale Svizzero. Di recente pubblicazione San Lorenzo fuori le mura a Roma. Vicende del complesso monumentale nel Medioevo (Viella 2016) e la curatela del terzo volume dei Quaderni della Bibliotheca Hertziana Séroux d’Agincourt e la storia dell’arte intorno al 1800 (Campisano 2019). Dal 2017 è prorettrice dell’Università della Svizzera italiana.
Valentino Pace è stato professore ordinario di Storia dell’arte medievale e bizantina presso l’Università di Udine ed è Professor of Early Christian and Medieval Art, Trinity College (Hartford/Conn), Rome Campus. Tra i massimi esperti dell’arte medievale nell’Italia meridionale, ad essa ha dedicato buona parte dei suoi scritti, molti dei quali anche indirizzati all’arte medievale romana. I suoi contributi spaziano dalla pittura, monumentale e libraria, alla scultura e alle arti suntuarie. Primaria è stata la sua attenzione alle intersezioni tra diverse culture artistiche nello spazio europeo e mediterraneo, con approfondimenti sulle ascendenze e diramazioni dell’arte normanna e dell’arte federiciana d’un lato, di quella dell’ecumene bizantina dalla Serbia alla Cilicia e ai territori crociati dall’altro. Da tempo, ma soprattutto nei saggi più recenti si è accostato alle questioni specificamente inerenti alla funzione delle immagini, al loro contesto culturale e al rapporto fra arti visive e liturgia.