Inscape Rooms/La vita della mente
Intro
Inscape Rooms
La vita della mente
Program
L’Istituto Svizzero di Roma con i suoi residenti 2016/2017 presenta il programma Inscape Rooms e la mostra collettiva La vita della mente.
La tematica portante di questo evento è l’indagine del pensiero inteso negli aspetti che riguardano l’inconscio, l’area del sogno, il funzionamento metaforico della mente, la percezione multi-sensoriale, la memoria, lo sconfinamento nella realtà virtuale o soprannaturale, il sublime, il flusso di coscienza, lo stato ipnotico.
Come il pensiero si muove in un territorio di libertà difficile da limitare o definire, così l’evento di fine anno accademico si offrirà al pubblico come un contenitore da esplorare e da vivere nei diversi momenti strutturati nell’arco di 24 ore: dalle 17.00 di venerdì 23 giugno alle 10.00 di sabato 24 giugno 2017.
Workshop, installazioni interattive, performance, sleep concert, opere in mostra, danza e djset sono le proposte che si svolgeranno tra gli spazi del giardino di Villa Maraini e quelli della Dipendenza.
Il progetto e la mostra andranno a coincidere, a sovrapporsi o a distinguersi nel medesimo luogo: la fluidità dell’evento cita in qualche modo le dinamiche Fluxus, ricollegandosi anche alla mostra Stockage di John M Armleder, visitabile nelle sale di Villa Maraini il venerdì 23 giugno dalle 17.00 alle 23.00.
La vita della mente
Mostra collettiva
L’Istituto Svizzero di Roma presenta venerdì 23 giugno alle ore 18.00, negli spazi del giardino e della Dipendenza, la mostra collettiva La vita della mente, curata da Giuliana Benassi e costruita in osmosi con il progetto Studio Roma Inscape Rooms. Gli artisti coinvolti – italiani e borsisti presso l’Istituto – Pauline Beaudemont, Alessandro Cicoria, Michela de Mattei, Federica Di Carlo, Antonio Fiorentino, Genuardi/Ruta, Edgars Gluhovs, Nelly Haliti, Marta Mancini, Simone Pappalardo, Marion Tampon-Lajarriette presenteranno dei lavori inediti o ripensati per contribuire alla costruzione di un’indagine sugli aspetti della mente, toccando corde diverse e connessioni trasversali.
Il titolo della mostra La vita della mente, letteralmente rubato all’ultima opera (incompiuta) di Hannah Arendt, allude alla vita del pensiero per una proposta di lettura delle opere in mostra secondo tematiche che riguardano la dimensione e il funzionamento della mente: dalla memoria alle componenti visionarie, dal linguaggio all’intuizione scientifica, dal rapporto apparenza-parvenza al funzionamento metaforico della mente, dal flusso di coscienza alla dimensione onirica: tutte rapportate all’io pensante. Se il testo della Arendt affronta tale tematica in senso filosofico e passando in rassegna tre grandi macro-argomenti – il pensare, il volere e il giudicare – esso parte da una precisa questione: che cosa “facciamo” quando pensiamo? Dove siamo quando siamo con noi stessi: in quale spazio e tempo ci muoviamo? In generale questa tematica è risolta in termini di libertà, lasciando sempre aperto il divario tra il pensiero e la “rappresentazione” di esso. Nel tentativo di raccontare questa possibile feritoia tra mente ed immagine, tra pensiero e linguaggio, attraverso le opere degli artisti – tutti vari per linguaggi, ricerche e provenienza – la mostra risulta sotto alcuni aspetti in divenire e “veloce come il pensiero” (Omero), orientata da una chiave di lettura plurima e consegnata con libertà al visitatore.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso il giardino di Villa Maraini per poi continuare negli altri spazi dell’Istituto, dalla Dipendenza alla zona ipogea della Sala Elvetica. Idealmente si passa da un ambiente arioso per giungere nel luogo più interrato dell’Istituto: quasi a voler suggerire metaforicamente un passaggio dalle zone consce a quelle inconsce della mente.
La mostra La vita della mente sarà aperta anche nei giorni 24 e 25 giugno 2017, su appuntamento dalle ore 16:00 alle ore 18:00 (durata della visita: 30’). Sono previste visite guidate gratuite.
Si ringraziano per la collaborazione: SIPE – Scuola Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana (Roma), Università di Ginevra, Fondation Campus Biotech, Centre Interfacultaire des Sciences Affectives (Università di Ginevra), SICHH – Swiss Integrative Center for Human Health (Fribourg), MARBGLASS (Roma), Daniel James Cziczo – Fisico atmosferico MIT, Scenografica Cinecittà (Roma), Musée romain de Nyon.
Inscape Rooms
Programma
I residenti dell’Istituto Svizzero di Roma, artisti e ricercatori, hanno scelto di presentare – come lavoro conclusivo della loro residenza annuale – il progetto interdisciplinare Inscape Rooms che coinvolgerà alcuni ospiti invitati per l’occasione. Il titolo Inscape Rooms richiama la possibilità di esplorare gli spazi e i lavori come se fossero dei paesaggi interiori, offerti al visitatore come strumenti per l’indagine del sé.
Durante la giornata di venerdì 23 giugno avranno luogo diversi incontri pensati dai residenti: l’artista Pauline Beaudemont ha portato la personale esperienza di laboratorio di ipnosi, invitando i dottori Vincent Stella e Mario Marazzi a realizzare un workshop sull’ipnosi incentrato sull’aspetto immaginifico della mente. Chi vorrà partecipare potrà prenotarsi e prendere parte al workshop (lingua italiana e francese). A seguire un incontro con Glass Bead, piattaforma di ricerca sugli aspetti di connessione della conoscenza attraverso l’arte, la scienza e la filosofia.
Si attiveranno due installazioni: Inscape Room di Tumasch Clalüna e Immersive dance del ricercatore Donald Glowinski, il primo toccherà le corde della percezione sinestetica, il secondo connetterà la presenza atavica della danza tradizionale con l’esperienza della realtà virtuale. Quest’ultimo lavoro è realizzato in collaborazione con Emmanuel Badier (Università di Ginevra), Gilles Reymond (Fondation Campus Biotech) e la danzatrice Antonella Potenziani.
Cédric Cramatte, archeologo, contribuirà alla giornata esplicando lo studio della figura mitologica di Ecate, partendo dalla riproduzione di una statua proveniente dal Museo romano di Nyon, raro esempio iconografico della divinità psicopompa e legata al mondo della magia. L’archeologa Josy Luginbühl e l’architetto Lukas Ingold allestiranno un tavolo, mettendo a disposizione una selezione di articoli e testi, per una riflessione mitologica e storica sul tema della mente.
L’artista Leo Hofmann terrà una performance musicale – in collaborazione con Filomena Krause e Andi Otto – frutto della ricerca svolta durante la residenza e basata sul desiderio di percezione dell’altro.
Nel tentativo di costruire ponti e confronti tra l’arte e la scienza, l’artista Nelly Haliti ha coinvolto il centro di ricerca Numero Cromatico che sarà presente con il lavoro performativo Dreamask.
Al tramonto, il gruppo IOIC – Institute of Incoherent Cinematography di Zurigo, invitato dall’artista Marion Tampon-Lajarriette, metterà in scena una performance musicale all’aperto e strutturata per sonorizzare la proiezione di alcune pellicole di cinema muto. Le ore notturne saranno scandite dalle note vibranti dello sleep concert Cavemusic di Daniela Bershan: per partecipare a questo momento è necessario prenotarsi preventivamente.
Il risveglio, coincidente con l’alba, sarà caratterizzato da DanceFirst, un invito al movimento ispirato dalla musica e condotto dal dj Max Passante; a conclusione il djset con la selezione musicale di Egon Elliut.
Il progetto è curato dai Residenti ISR e coordinato da Giuliana Benassi.
Programma
Venerdì 23.06.2017
Istituto Svizzero di Roma
H14:00–17:00
Workshop sull’ipnosi
con dott. Mario Marazzi e il dott. Vincent Stella
Workshop ipnosi con Mario Marazzi (in italiano)
L’incontro prevede l’illustrazione del modello ericksoniano – la cosiddetta nuova ipnosi – che ridisegna il profilo dell’ipnosi, considerando la trance come fenomeno naturale. Verrà inoltre proposta un’esperienza di induzione allo scopo di mettere in contatto i partecipanti con aspetti non consapevoli della propria creatività, attraverso l’espressione artistica in stato di trance.
Workshop ipnosi con Vincent Stella (in francese)
Il workshop combinerà l’ipnosi con il processo creativo personale, l’ispirazione e la motivazione. L’obiettivo è capire in che modo è possibile utilizzare i sogni per attivare immagini inconsce e aiutare l’immaginazione a conquistare una maggiore libertà.
Mario Marazzi è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Ipnosi e coordinatore didattico presso la Scuola di Ipnosi Clinica e Psicoterapia Ericksoniana. E‘ inoltre docente e supervisore presso la Scuola di Ipnosi Clinica e Psicoterapia Ericksoniana, e Referente Terapeutico dei programmi residenziali con la Associazione SEMAN. Esercita la libera professione in qualità di Psicoterapeuta.
Vincent Stella ricerca nuovi modi per scoprire e usare l’ipnosi. Docente di ipnosi ericksoniana e NLP, è specialista in ipnosi e NLPand Past Life Therapy Regression. È inoltre specialista in Shiatsu tradizionale, stile Tokuda. È anche musicista e sciatore.
H17:00–18:00
Presentazione della rivista Site 1, Logic Gate: the Politics of the Artifactual Mind
Glass Bead con Jeremy Lecomte e Inigo Wilkins
Jeremy Lecomte e Inigo Wilkins presentano il numero della rivista Site 1, Logic Gate: the Politics of the Artifactual Mind, dedicato a questioni che vanno dagli sviluppi recenti dell’intelligenza artificiale alla storia della logica, dal progressivo sviluppo della musica e di altre tecniche che hanno favorito e trasformato la razionalità umana, alle modalità con cui l’automazione tecnologica altera la nostra concezione del lavoro.
Glass Bead è una piattaforma di ricerca e una rivista che si occupa della conoscenza in campo artistico, scientifico e filosofico, con attenzione alla dimensione pratica e politica. È stata concepita ed è diretta da Fabien Giraud, Jeremy Lecomte, Vincent Normand, Ida Soulardand e Inigo Wilkins, artisti, storici dell’arte e teorici con base a Parigi e a Londra.
H18:00–23:00
Inaugurazione della mostra La vita della mente
Pauline Beaudemont, Alessandro Cicoria, Michela de Mattei, Federica Di Carlo, Antonio Fiorentino, Genuardi/Ruta, Edgars Gluhovs, Nelly Haliti, Marta Mancini, Simone Pappalardo, Marion Tampon-Lajarriette
H18:00–21:00
Installazioni interattive, giardino
Tumasch Clalüna, artista
Donald Glowinski, ricercatore
Inscape Room di Tumasch Clalüna
«Un tempio galleggiante di fumi, uno spazio dove la luce, il profumo, la musica e tutte le arti sono ugualmente presenti»
Da questa visione del compositore russo Aleksandr Skrjabin ha origine l’installazione Inscape Room. Concepita come spazio aperto ma schermato, essa richiama le antiche stanze di culto romane. Al fine di creare un’atmosfera di Inscape (fuga introspettiva) non legata a una specifica pratica religiosa, i visitatori sono invitati ad esplorare il loro approccio individuale ai rituali, e diventare artisti della loro interiorità. Tutti i prodotti utilizzati derivano dal giardino di Villa Maraini.
Tumasch Clalüna (1980, Basilea) è regista indipendente, autore, musicista, direttore di produzione e giornalista culturale. Accanto a lavori con il gruppo indipendente Kurzer Prozess (testo e regia), ha lavorato con teatri e festival, tra cui ad esempio il Teatro di Basilea e il Kunstfestspiele Herrenhausen. Dal 1998 è membro di The Glue, formazione internazionale a-cappella e canta con i Männerstimmen Basel. Ha lavorato, tra gli altri, con i Maiden Monsters, Wolfang Mitterer e con Ruedi Häusermann, e dal 2015 gestisce il Festival für Neue Musik Rümlingen. Ha ricevuto diversi premi, ad esempio all’Harmony Sweepstakes Festival o alla Taipei International A-cappella Competition, o il Premio Musica del Canton Basilea Campagna. Lavora come giornalista per BzBasel, Die Programmzeitung e diverse riviste.
Immersive dance di Donald Glowinski
L’installazione dà al visitatore la possibilità di immergersi in una danza indiavolata: la pizzica tarantata. Indossando un casco per la realtà virtuale, lo spettatore si troverà in uno spazio immaginario dove incontrerà la silhouette di una danzatrice che si starà esibendo in un altro ambiente e in tempo reale. Partire dalla tradizione più antica della pizzica per scoprire le possibilità della realtà virtuale, può sembrare ironico e contraddittorio. Tuttavia, l’installazione intende indagare la possibilità da parte dell’individuo di esperire la realtà virtuale senza perdere il contatto con il mondo tangibile. L’incontro tra la danza e la realtà 3D vuole descrivere i fenomeni alla base della dipendenza dalle nuove tecnologie, ma anche fare esperienza personale di nuove forme comunicative non verbali.
Donald Glowinski (1977, Parigi), ha conseguito il Diplôme de fin d’études di pianoforte e musica da camera, si è laureato alla Sorbona in Filosofia, al Conservatoire National Supérieure de Musique et de Danse di Parigi (CNSMDP, Acustica Musicale), all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS, Scienze Cognitive) e ha conseguito il dottorato in Ingegneria Informatica all’Università di Genova. Ora si dedica alle neuroscienze, presso lo Swiss Center for Affective Sciences dell’Università di Ginevra dove investiga i processi motori e cognitivi all’origine della nostra capacità di suonare insieme. Per le sue ricerche, ha ricevuto il premio della Fondazione Bleustein-Blanchet e il premio della Fondation de France.
H18:00–21.00
Presentazione, giardino
Cédric Cramatte, ricercatore
Studio su Ecate
Il ricercatore Cédric Cramatte presenta la figura della divinità Ecate, frutto di uno studio iconografico a partire da una riproduzione della statua della dea conservata presso il Museo romano di Nyon, raro esempio figurativo della divinità femminile. Originaria della Tracia, Ecate è considerata una dea lunare protettiva e benevola e, al tempo stesso, una figura oscura che presiede alla magia e agli incantesimi. La sua presenza è triplice perché questa divinità, temuta dagli uomini, regna sulla terra, sul mare e sul cielo: per questo motivo è rappresentata con tre teste e tre corpi.
Cédric Cramatte (1979, Porrentruy) ha studiato archeologia romana, preistoria e storia antica presso le Università di Losanna e Ginevra. Ha poi diretto diversi progetti archeologici, tra cui lo studio della fortezza accanto alla città romana di Epomanduodurum (Mandeure, Francia). Attualmente sta lavorando alla sua tesi di dottorato La geografia del potere nella provincia di Maxima Sequanorum, che studia l’organizzazione territoriale di questa provincia romana ed i luoghi in cui venivano esercitati i poteri militari, amministrativi e religiosi. Si è registrato sotto la supervisione congiunta delle università di Parigi IV-Sorbonne e Losanna. Per le sue ricerche in Italia, riceve una borsa doc.Mobility del Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica.
H18:00–21:00
Selezione di articoli e testi, giardino
Lukas Ingold e Josy Luginbühl, ricercatori
Selezione di articoli e testi, a cura di Lukas Ingold e Josy Luginbühl
I ricercatori Lukas Ingold e Josy Luginbühl presentano una selezione di testi e articoli, a disposizione del pubblico per approfondimenti. L’argomento trattato è l’esame di alcune figure mitologiche, scelte secondo il loro legame con le tematiche dell’inconscio e del sogno, dell’ipnosi e del desiderio. Sarà inoltre presentata una ricerca sull’origine e l’evoluzione del termine grotesque.
Lukas Ingold (1985, Langenthal) ha studiato architettura all’ETH di Zurigo, dove si è laureato nel 2012. Ha lavorato presso lo studio di Christian Kerez ed è attualmente ricercatore all’ETH di Zurigo presso la Cattedra di Progettazione Strutturale del Prof. Dr. Joseph Schwartz. La sua ricerca verte sulla storia dell’architettura e dell’ingegneria del dopoguerra in Italia e in particolare sul lavoro di Sergio Musmeci. Durante il suo soggiorno di studio a Roma è ricercatore ospite presso l’Università Tor Vergata.
Josy Luginbühl (1987, Bern) ha studiato Archeologia del Mediterrano e delle Provincie Romane e Storia dell’arte presso l’Università di Berna. Dopo la conclusione del master, dal 2012 è assistente presso la Cattedra di Archeologia del Mediterraneo dell’Università di Berna. Cura la collezione delle antichità classiche, svolge attività d’insegnamento e si occupa del coordinamento tecnico dell’Erasmus/SEMP. Inoltre fa parte del Consiglio dell’Associazione svizzera per l’Archeologia classica (SAKA). Attualmente sta lavorando alla sua dissertazione Con la penna, il libro e lo specchio. Ricerche sulla diffusione della lettura e della scrittura presso le donne romane sostenuta da ritrovamenti archeologici, raffigurazioni e l’Instrumentum domesticum. Oltre alla ricerca archeologica coltiva la passione per le attività museali.
H18:00–21:00
Performance, giardino
Numero Cromatico
Dreamask è uno strumento per la stimolazione dell’attività onirica e per il ricordo dei suoi contenuti al risveglio. Una modalità, quindi, per stimolare l’attività creativa dei singoli individui e per raccoglierne i risultati.
“Tutti sogniamo, anche chi afferma di non farlo. Molto spesso non ricordiamo il contenuto dei nostri sogni oppure, anche ricordandoli, non gli diamo grande importanza. Sul significato del sogno la scienza non è stata ancora capace di dare tutte le risposte. La letteratura sull’argomento definisce l’attività onirica come un processo atto a soddisfare pulsioni legate a contenuti rimossi durante lo stato cosciente. Più recentemente si è anche proposto che i sogni funzionino come un meccanismo di difesa per gli individui, in cui possiamo simulare, e prepararci a eventi potenzialmente minacciosi. A prescindere dal suo significato biologico, il sogno è un’attività creativa quotidiana insita in ogni individuo.”
Numero Cromatico è una realtà che pone la ricerca scientifica come base della sperimentazione artistica. Membri del gruppo sono Dionigi Mattia Gagliardi, Salvatore Gaetano Chiarella, Manuel Focareta, Marco Marini, Danilo Innocenti, Jacopo Natoli, Luna Sarti, Giulia Torromino. Il Centro si avvale degli strumenti teorici e tecnologici delle arti contemporanee e dell’attuale sperimentazione scientifica, allo scopo di studiare, manipolare e stimolare il coinvolgimento del fruitore nel processo artistico. I risultati di tali esperimenti vengono poi analizzati ed elaborati fino alla creazione di vere e proprie opere d’arte.
H18:30 e H19:30
Performance, sala Elvetica
Leo Hofmann musicista
Teleprompter Paradise – Mini-melodramma elettronico per due performer
“Se siamo tutti musicisti e strumenti allo stesso tempo, se siamo i nostri stessi suggeritori, qual è il tipo di risonanza che viene prodotta? Come moduliamo i nostri desideri su un’unica onda? Teleprompter Paradise affronta il desiderio di lasciare che sia qualcun altro a parlare per noi. In questo “melodramma elettronico” due performer indagano la musica in quello spazio teso tra immutabilità e transitorietà. disponendo non solo della propria voce, usata come strumento, ma anche di sensori e di dispositivi per controllare i propri gesti; inoltre la loro attenzione, il loro sguardo e i loro gesti sono usati per dirigere e commentare la messa in scena della musicalità. Le labbra e gli occhi misurano l’enfasi esercitata tra loro e sul pubblico, e catturano le reazioni per poterle amplificare – fino a quando non viene evocato il fantasma di una buona fata, che gioca al telefono senza fili con tutti i partecipanti.” Leo Hofmann
Leo Hofmann (1986, Zurigo) compone e suona musiche per opere teatrali, performance del suono e sperimenta diverse forme di ascolto audio. La voce, nel suo aspetto sonante e performativo, è elemento centrale nei suoi lavori così come la ricerca del tatto e della corporeità nella musica. Nel 2013 ha concluso un master in Contemporary Arts Practice alla Hochschule der Künste di Berna e ha ottenuto il premio Giga-Hertz Förderpreis für elektronische Musik del ZKM Karlsruhe, la borsa Klangkunst-Stipendium della HBK Braunschweig e il premio Medienkunstpreis Oberrhein. Sotto la sua direzione sono nati diversi lavori di musica sperimentale per il teatro, e i suoi lavori da solista sono stati presentati in diversi festival. È co-fondatore dell’Institut für angewandtes Halbwissen, un’associazione di produzione e ricerca che lavora in maniera temporanea presso festival e istituzioni.
H21:30–00:30
Cinema muto e sonorizzazioni dal vivo, giardino
IOIC – Institute of Incoherent Cinematography
L’IOIC, con sede a Zurigo, promuove il cinema muto e la sua rappresentazione tramite la sonorizzazione dal vivo. Le esecuzioni dal vivo tengono conto di differenze culturali e sociali, e mirano a includere musicisti, artisti del suono, gruppi, ensambles, e orchestre composte da artisti di varie età che rappresentano diversi stili musicali.
Programma proiezioni
H21:30
Dream of a Rarebit Fiend (USA 1906, 7 min) di Wallace McCutcheon & Edwin S. Porter
Le Rève d’un fumeur d’opium (France 1908, 5 min) di Georges Méliès
Princess Nicotine; or, The Smoke Fairy (USA 1909, 5 min) di J. Stuart Blackton
La Folie du Docteur Tube (France 1915, 10 min) di Abel Gance
Live Score by Toktek (elettronica, basso)
H22:15
Balançoires (France 1928, 30 min) di Noël Renard
Live Score by Bit-Tuner (elettronica)
H23:00
Meshes of the Afternoon (USA 1943, 14 min) di Maya Deren
At Land (USA 1944, 14 min) di Maya Deren
Live Score by Das Reum (voce, elettronica)
H23:15
La coquille et le clergyman (France 1928, 40 min) di Germaine Dulac
Live Score by Das Reum, Bit-Tuner, and Toktek
Rea Dubach (voice, elettronica), Marcel Gschwend (elettronica) & Tom Verbruggen (elettronica, basso)
Sabato 24 giugno 2017
Istituto Svizzero di Roma
H01:00–04:15am
Sleep concert Cavemusic, Sala Elvetica
Concerto notturno di Daniela Bershan, artista
Con lo pseudonimo Baba Electronica l’artista visiva Daniela Bershan pratica l’arte del DJ come ingegnere e custode, colei che si prende cura di macchine, persone, emozioni, economie e ecologie a lei affidate. Quest’arte, connessa ad antiche pratiche (femminili) di stregoneria e a rituali collettivi di guarigione, è intesa come strumento per costruire muscoli e corpi resilienti, gioiosi e forti. Fare la DJ è in questo senso impegnarsi a comprendere in che modo l’informazione viene trasferita e come il potere agisce costantemente sui corpi. Cavemusic è un rituale sperimentale in cui al pubblico viene chiesto di rispettare tre semplici regole: 1) stare in orizzontale 2) stare comodi 3) stare fermi. Il pubblico è invitato a sdraiarsi per fare un’esperienza somatica collettiva. Utilizzando gli strumenti del live djing, Baba Electronica incanala e astrae pop-loops al punto da renderli irriconoscibili. Sottrae il materiale alla sua estetica consueta e alle strutture ritmiche per mostrarne l’essenza: la spinta emotiva che è stata iscritta nel corpo sociale collettivo. C’è da aspettarsi un’avventura sonica e corporea molto lenta, profonda e visionaria.
Saranno messi a disposizione materassi e coperte.
Daniela Bershan aka Baba Electronica è un’artista visiva e Dj che può essere descritta al meglio come vagabonda dei media e intrepida campionatrice. Nel suo lavoro – che va dalla scultura alla performance, all’organizzazione sociale – la DJ/Producer campiona ed è a sua volta campionata costantemente. Bershan ha co-fondato e dirige il progetto artistico Fatform (NL), ed è tra le organizzatrici di Elsewhere & Otherwise presso il Performing Arts Forum (FR). I suoi lavori, progetti e performances sono stati rappresentati, tra gli altri, alla Biennale di San Paolo, 29esima edizione, (BR), De Appel Arts Centre (NL), Frankfurter Kunstverein (DE), KunstenfestivaldesArts (BE), Museum Katharinenhof (DE), W139 (NL), Portikus (DE), NAS Gallery Sydney (AU), Capacete (BR), Smart Project Space (NL), Paradiso (NL), Künstlerhaus Graz (AT) e la Triennale Luxembourg (LUX).
Ho5:00–05:30am
Colazione, terrazza Dipendenza
H05:30–07:30
DanceFirst, risveglio in movimento
Max Passante, Dj
L’alba è caratterizzata dall’invito al movimento. DanceFirst di Max Passante propone un risveglio collettivo durante il quale, stimolati dalla musica, si generano i primi gesti d’espressione corporea e di danza. Si danzerà a piedi scalzi sul prato, seguendo i ritmi suggeriti dalla musica e abbandonando la comunicazione verbale per lasciare spazio a quella corporea. Si è invitati a partecipare dall’inizio e per tutta la durata dell’iniziativa (2 ore).
Max Passante è un appassionato conoscitore di musica a 360°, con una predilezione per le nuove sonorità e per la musica elettronica. Matura la sua competenza frequentando la scena delle produzioni indipendenti musicali napoletane. Nel 1995, assieme ai Planet Funk, fonda l’etichetta indipendente Bustin Loose Recordings contribuendo al lancio di artisti come Karen Ramirez, Gaudi e degli stessi Planet Funk. Dall’amicizia personale con Robert Del Naja è nata una stabile collaborazione con i Massive Attack e dal 2000 è il supporter DJ italiano del gruppo inglese. E‘ stato invitato a esibirsi nei principali festival musicali del mondo, tra cui Montreaux Jazz Festival, Big Chill, Bestival, Secret Garden e Latitude. Nel 2013 lancia a Roma i party alcol free Transitio-n – la nuova frontiera del cosiddetto “divertimento consapevole”. Nel 2015 ha importato in Italia il format inglese Morning Gloryville, leader mondiale degli AM Party. Dal 2013 ha contribuito ad introdurre nel nostro Paese la pratica americana 5Rhythms Dance (5Ritmi) per la quale sviluppa annualmente il programma di eventi e corsi italiani, oltre a condurre a Roma e Napoli le classi settimanali 5Ritmi Sweat in qualità di spaceholder certificato.
H07:30–10:00
Dj set, giardino
Egon Elliut, musicista
Egon Thuile (1988) vive e lavora a Berlino, Germania. È un compositore ed esecutore di musica elettronica. Il suo modo di procedere e di intendere la musica come un corpo, sia acusticamente che visivamente, si concentra spesso più sul carattere del brano individuale che sull’aderenza al genere. La maggior parte della sua musica è strutturata al minimo, ed è registrata e suonata in singoli take. Nel corso degli anni Egon ha esposto molte opere basate sul suono, accanto a installazioni e performance di artisti del calibro di Clémence Seilles, Claudia Comte, Adrien Missika, Jerszy Seymour. Ha lavorato inoltre con lo stilista francese Andrea Crews, il designer di collane di lusso VK Lillie e il ballerino di danza contemporanea M.J. Harper. Nel 2014 Egon ha lanciato il suo primo disco Act Natural, presentato nel corso di una proiezione di video da lui girati, alla fiera ABC a Berlino.