07.06.2024

Together? Together! Zurigo

Arte, Screening, Talk, Zurich

H17:30-21:00
schwarzescafé/Luma Westbau, LöwenbrÀu Kunst, Limmatstrasse 270, Zurigo

Dates
07.06.2024
Location
Zurich
Category
Arte, Screening, Talk
Information

H17:30-21:00
schwarzescafé/Luma Westbau, LöwenbrÀu Kunst, Limmatstrasse 270, Zurigo

Together? Together!
Talk e screening a cura di Gioia Dal Molin, Head Curator all’Istituto Svizzero e Barbara Casavecchia, Editor-in-Chief di Mousse Magazine

Una collaborazione tra Istituto Svizzero e Mousse

Lo Screening Programme, co-presentato da Istituto Svizzero e Mousse, nasce da una riflessione sulla necessità di pensare insieme attraversando discipline, istituzioni e pratiche culturali, così come dall’amicizia e la consonanza che unisce le due curatrici, Barbara Casavecchia e Gioia Dal Molin.
Il tema del fare le cose insieme – Insieme? SĂŹ, certo, insieme! – Ăš anche il punto di intersezione tematico tra le opere video delle/dei 9 artiste/artisti partecipanti, che dirigono il proprio sguardo dall’individuale al collettivo, dall’’io’ al ‘noi’. 

Il programma ù introdotto da una conversazione tra Gioia Dal Molin, Head Curator all’Istituto Svizzero, Barbara Casavecchia, Redattrice Editor-in-Chief di Mousse Magazine, e le artiste e gli artisti Vir Andres Hera, Noha Mokhtar e Jiajia Zhang, tra i nove partecipanti allo screening.

Con:
Noor Abed, Giulia Essyad, Vir Andres Hera, Saodat Ismailova, Joyce Joumaa, Beatrice Marchi, Noha Mokhtar, Valentin NoujaĂŻm, Jiajia Zhang.


FEATURED WORKS

Joyce Joumaa, To Remain in the No Longer, 2023, 38’
Valentin Noujaïm, Pacific Club, 2023, 16’
Noha Mokhtar, My Life My Life My Life, 2021, 5’25’’
Saodat Ismailova, Chillpiq, 2018, 17’
Vir Andres Hera, Le Daftar, 2023, 21’
Giulia Essyad, Blue Period: Living Sculpture recap, 2022, 6’
Beatrice Marchi, The Photographer & The Friends (Nel Mondo Parallelo), 2021, 15’38’’
Jiajia Zhang, Beautiful Mistakes (after LB), 2022, 8’58’’
Noor Abed, our songs were ready for all wars to come, 2021, 19’55’’


 

INFORMAZIONI PRATICHE

L’evento si terrĂ  presso schwarzescafĂ©/Luma Westbau, LöwenbrĂ€u Kunst, Limmatstrasse 270, Zurigo
Ingresso libero

More info at press@istitutosvizzero.it and marcello@moussemagazine.it

Noor Abed (1988) Ăš un’artista e ricercatrice palestinese. Lavora all’intersezione tra performance e film, oltre che alla pedagogia alternativa. Nel 2020, ha co-fondato, insieme a Lara Khaldi, la School of Intrusions, un collettivo educativo indipendente a Ramallah, in Palestina. Abed Ăš stata assistente curatoriale alla documenta quindici, a Kassel, nel 2021-22. Attualmente Ăš artista in residenza presso la Rijksakademie ad Amsterdam, nel periodo 2022-24, e ha ricevuto il premio Han Nefkens Foundation/FundaciĂł Antoni TĂ pies Video Art Production Grant nel 2022.

Giulia Essyad (1992, Svizzera) la sua ricerca ruota attorno alle rappresentazioni del corpo umano, utilizza video, fotografia, scultura, poesia e performance come mezzi espressivi. Per le opere, impiega il suo corpo come materia prima, esplorando le varie forme di alienazione insite nella produzione e nel consumo di immagini corporee. Nel suo ciclo in corso, il PERIODO BLU, utilizza il colore blu come lente per esplorare i lessici visivi dell’alteritĂ , spaziando dal liquido blu che sostituisce il sangue negli spot pubblicitari dei prodotti per il ciclo mestruale all’ossessione erotica del personaggio fittizio Violet Beauregarde, famosamente associata all'”espansione di mirtillo”. Nelle sue opere piĂč recenti, presentate come parte del ciclo PERIODO ROSA, Essyad esplora le rappresentazioni del sensoriale: quegli elementi che, all’interno del corpo, rimangono invisibili. Dolore, piacere, emozioni e pensieri emergono attraverso intricate referenze ai media medici, spirituali e pornografici. La sua prima mostra istituzionale personale Ăš stata “A Selene Blues” presso la Fri Art Kunsthalle, Friburgo (2020), e ha presentato in anteprima “BLUEBOT: Awakening”, un nuovo video commissionato da DIS per la Biennale de l’Image en Mouvement nel 2021. Nel 2023, Essyad ha ricevuto i Swiss Art Awards e il PAX Art Award, e nel 2021 Ăš stata insignita del Premio Kiefer Hablitzel. Le sue future presentazioni personali sono programmate presso il CEC, Ginevra (2024), e il MCBA, Losanna (2025).

Vir Andres Hera (1990, Yauhquemehcan, Messico) Ăš regista e artista dei media temporali attualmente residente in diaspora. Vir concepisce i progetti come campi di ricerca arati con la complicitĂ  di una comunitĂ  di artisti e ricercatori. Oscillando tra installazioni video, immagini in movimento, suono e testo, interroga le molteplici relazioni tra realtĂ  e memoria, il peso coloniale della Storia attraverso narrazioni intime emancipatorie. I montaggi su piĂč schermi riflettono un tempo non lineare e frantumato, portando in primo piano prospettive queer, Chicanx e nere, cosĂŹ come immagini artigianali ed enigmatiche. Le recenti mostre includono Cacophony as collectivity, galleria SBC, MontrĂ©al (2023); Soleil Triste, Mo.Co – Montpellier Contemporain, Francia (2023); Exchange: London, Mimosa House, Londra (2023); e Ceremony. (Burial of an Undead World), HKW, Berlino (2022). Ha seguito una formazione post-laurea presso Le Fresnoy Studio National e presso l’UniversitĂ© du QuĂ©bec. Fanno parte del comitato editoriale di Qalqalah Ù‚Ù„Ù‚Ù„Ű© e insegnano presso la Scuola Sperimentale di Annecy-Alpi, Francia. Hanno svolto residenze presso La Casa de Velazquez – Academia Francese in Spagna (2015-16); Triangle-Asterides, Marsiglia (2021); e Breaking Bread, CittĂ  del Capo (2023). Attualmente Vir Andres sta svolgendo una residenza di ricerca presso il Salzburger Kunstverein. Nel 2024, il Museo Tamayo di CittĂ  del Messico pubblicherĂ  un’edizione online di selezioni della loro pratica di scrittura.

Saodat Ismailova (1981) Ăš una regista e artista uzbeka laureata presso l’Istituto d’Arte Statale di Tashkent e Le Fresnoy, Studio Nazionale delle Arti Contemporanee. Intrecciando miti, ritualitĂ  e sogni nel tessuto della vita quotidiana, i suoi film indagano sulla cultura storicamente complessa e stratificata dell’Asia Centrale, che si trova all’incrocio di diverse storie materiali e ereditĂ  migratorie. Partendo dalla sua storia personale segnata dalla crescita nell’Uzbekistan post-sovietico, Ismailova si rivolge alla dimensione collettiva della memoria. Ha avviato il gruppo di ricerca Davra in Asia Centrale nel 2021. Nel 2022 ha partecipato alla 59a Biennale di Venezia e ha presentato nuovi lavori alla documenta fifteen. Nel 2022, ha ricevuto il premio Eye Art & Film ad Amsterdam. Le sue opere sono nelle collezioni del Stedelijk Museum di Amsterdam, del Centre Pompidou di Parigi e di altri ancora. Il suo lavoro Ăš presente nella mostra collettiva in corso “Nebula” (Fondazione In Between Art Film), a Venezia.

Joyce Joumaa (1998, Beirut) Ăš un’artista video che lavora tra Montreal e Beirut. Il suo lavoro Ăš stato esposto a Montreal presso il CCA Canadian Centre for Architecture (2023); il Museo di Belle Arti di Montreal (2022); la Galleria FOFA (2022); Articule (2020); DAZIBAO (2018), e a Toronto presso Joys (2023). Le proiezioni dei suoi lavori sono state presentate a livello internazionale alla 35ÂȘ Biennale di Grafica di Lubiana; al Festival delle Immagini, Toronto; al Festival Documentario di Open City, Londra; al mudac, Losanna; al 18e Écrans du RĂ©el, Beirut; e al 2° Triennale di Architettura di Sharjah, tra gli altri. È stata insignita del programma di residenza per curatori emergenti 2021-22 presso il CCA Canadian Centre for Architecture e ha in programma mostre personali presso il Centre d’exposition Plein sud, Longueuil, Quebec, e presso la Galerie Eli Kerr, Montreal.

Beatrice Marchi Ăš un’artista visiva che vive a Berlino, ha studiato presso l’Accademia di Brera a Milano e l’HfbK ad Amburgo, conseguendo un master nel 2017. Attraverso video, performance e pittura nel suo lavoro parla dei ruoli dell’identitĂ  nelle dinamiche di gruppo. Il suo lavoro Ăš stato esposto in spazi istituzionali in Italia e all’estero, tra cui: Museion, Bolzano; KW, Berlino; MAXXI L’Aquila; Fondazione Prada, Milano e Tokyo; Kunstquartier Bethanien, Berlino; Istituto Svizzero, Milano; MACRO, Roma; Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno; Palazzo Reale, Milano; Performance Space, New York; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 16ÂȘ Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Nel 2022, Ăš stata una delle vincitrici del Part 2022 Prize. Nel 2024, ha vinto il premio Arte Visione per il suo sostegno agli artisti che lavorano con l’immagine in movimento.

Noha Mokhtar (1987, Geneva) Ăš un’artista e antropologa svizzero-egiziana. La sua pratica include fotografia, video, oggetti, installazioni, scrittura, e attinge dai metodi etnografici. È interessata ai meccanismi di produzione e riproduzione di luoghi, oggetti e corpi. Come plasmiamo il mondo intorno a noi, e come siamo plasmati da esso? Nel suo lavoro cerca un coinvolgimento critico con concetti di cultura, famiglia, genere e potere. Noha lavora e vive con il suo compagno e sua figlia tra Zurigo, Il Cairo e gli Stati Uniti, dove attualmente sta perseguendo un dottorato in Antropologia Sociale e Pratica Critica dei Media presso l’UniversitĂ  di Harvard. Insieme a Gregor Huber e Ivan Sterzinger, gestisce l’iniziativa editoriale Edition Hors-Sujet.

Valentin NoujaĂŻm (1991, Francia) nato da genitori libanesi ed egiziani, si Ăš laureato nel dipartimento di sceneggiatura de La FĂ©mis, Parigi, FR (2020). NoujaĂŻm ha partecipato a diverse mostre collettive: nel 2022, Salon de Montrouge, Montrouge; Galerie Air de Paris, Getting Real Biennale, Los Angeles; Prix Utopi·e, Magasins gĂ©nĂ©raux, Pantin; Festival ParallĂšle, Marsiglia; nel 2021, The Self and the Other, Saatchi Gallery, Londra; CNAC Magasin Grenoble; Centre Pompidou Parigi; La triennale di NĂźmes. Attualmente sta completando un programma ospite presso la StĂ€delschule, Francoforte sul Meno, NoujaĂŻm Ăš stato in precedenza residente all’AcadĂ©mie de France Ă  Rome — Villa MĂ©dicis, Roma (2023) e presso Lafayette Anticipations, Parigi (2023). L’artista ha iniziato una trilogia di video intitolata La DĂ©fense. La prima parte, Pacific Club, ha debuttato al CPH:DOX dove ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria. Il film Ăš entrato anche nelle collezioni pubbliche del CNAP nel 2023 ed Ăš stato preselezionato per il miglior cortometraggio documentario ai premi Cesar francesi. Il secondo film ha appena debuttato all’IFFR Rotterdam, nella competizione Tiger Shorts.

Jiajia Zhang (1981, Svizzera) lavora attraverso diversi media digitali (in movimento), video e fotografia, che presenta in installazioni spaziali. Riorganizza il materiale visivo parzialmente autoprodotto e parzialmente trovato in un processo preciso, relazionando i frammenti tra loro in modi inaspettati. In questo modo, fenomeni sociali e prodotti in serie incontrano questioni minori come video privati di YouTube o post su Instagram. L’artista apre cosĂŹ un territorio confinante carico di tensione che mescola il personale e il generico, mettendo in discussione le nostre definizioni radicate e le nozioni di privato e pubblico. Jiajia Zhang ha studiato architettura all’ETH di Zurigo dal 2001 al 2007 e fotografia presso l’International Center of Photography, NY, dal 2007 al 2008. Nel 2020 ha completato il suo Master of Fine Arts presso la Zurich University of the Arts (ZHdK). Il suo lavoro ha fatto parte di varie mostre e proiezioni, tra cui Alte Fabrik, Rapperswil (2024), Nottingham Contemporary, Nottingham (2024), Giorno Poetry Systems, New York (2024), All Stars, Losanna (2023), Kunstmuseum St.Gallen (2023), Kunstraum Riehen, Basilea (2023), Fluentum, Berlino (2022), Swiss Art Awards, Basilea (2022); Werkstipendium ZĂŒrich (2022); FriArt, Friburgo (2022); Coalmine Gallery, Winterthur (2021); Kunsthaus Glarus (2021); Fondation d’entreprise Pernod Ricard, Parigi (2021); Haus Wien (2020); Kunsthalle ZĂŒrich (2020); Kunsthalle St. Gallen (2019).