La velocità delle immagini
Intro
Gallery
Biographies
L’Istituto Svizzero di Roma presenta la mostra collettiva La velocità delle immagini, una riflessione sul rapporto tra velocità, modernità e arte. Nell’esposizione si incontrano autori di epoche diverse come il futurista Giacomo Balla e gli artisti Sylvain Croci-Torti, Chloé Delarue, Nicolás Fernández, Louisa Gagliardi, Miriam Laura Leonardi, Emanuele Marcuccio, Rammellzee, Manon Wertenbroek e Urban Zellweger.
Se con il recente sviluppo degli strumenti informatici on-line le immagini sembrano aver raggiunto la loro massima velocità di circolazione su scala mondiale, questa mostra si propone, tramite un effetto collage, di suggerire che questa percezione di flusso e accelerazione offre già da tempo, e quasi paradossalmente, degli interstizi che gli artisti si sentono legittimati a occupare. Fin dai primi anni del secolo scorso il futurismo ha esaltato la velocità come uno dei valori essenziali della modernità, suggerendo anche che l’osservazione fisica dei suoi effetti potrebbe fornire lo spunto per un capovolgimento estetico. Ecco allora che incurvando le linee, spezzettando le rette, frantumando i colori, Giacomo Balla creerà un’iconografia della velocità, proiettando la pittura in uno spazio cinetico astratto.
Ma il mondo della velocità meccanica e della riproducibilità delle immagini è anche quello dell’esplosione urbana, dell’aumento esponenziale delle dimensioni in agglomerati divenuti megalopoli. I più svantaggiati, allontanati dai centri urbani, si ritroveranno a dipendere dai mass media e dai trasporti pubblici, da quegli oggetti privi di origine che i writer degli anni Ottanta attaccheranno per appropriarsi delle città e per sognare un’identità che possa andare al di là della loro condizione. Ecco dunque Rammellzee immaginare un destino astrale, retrofuturista e rivendicatore, carico di promesse deluse dalla modernità. Per uno strano effetto di condensazione cronologica, non lontana dall’estatica speranza moderna appena un po’ morbosa di Balla, e dalla capricciosa disillusione di Rammellzee, le questioni di identità, poste tanto dalla circolazione dei saperi quanto dall’esplosione delle frontiere e delle pratiche, diventano uno degli spazi privilegiati di tanti artisti. Essi non sono più interessati a inserirsi in una tradizione, in un movimento, in un campo ma semplicemente a immaginare i tanti filtri da posare sul mondo. E allora, se nulla ferma le immagini, gli artisti non smettono di cercare di fissarne ancor più i contorni, i colori e i riflessi lasciati dal loro passaggio.
Con il contributo della Repubblica e Cantone di Ginevra e del Canton Vallese.
In contemporanea all’inaugurazione de La velocità delle immagini, vengono proposte al pubblico due installazioni degli artisti svizzeri Valentin Carron e Sylvie Fleury*, che abiteranno per un anno gli spazi del patio e del giardino di Villa Maraini, sede romana dell’Istituto Svizzero.
* Parte della Collection des Fonds d’art contemporain de la Ville et du Canton de Genève (FMAC et FCAC).
Giacomo Balla (1871 – 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo, esponente di spicco del movimento futurista. Fondamentalmente autodidatta, nel corso della sua vita artistica si rivolge anche all’astrattismo e al realismo naturalistico. Le sue opere sono esposte nei principali musei italiani e internazionali.
Sylvain Croci-Torti (1984) lavora a Martigny e Losanna. Ha studiato presso l’ECAL – École cantonale d’art et de design de Lausanne, dove ha conseguito la laurea nel 2013. Ha partecipato a numerose mostre collettive, in Svizzera e a livello internazionale.
Chloé Delarue (1986) vive e lavora a Ginevra. Ha studiato alla HEAD – Haute école d’art et de design di Ginevra, dove ha conseguito un Master nel 2014. Ha esposto in molte realtà svizzere e nel 2016 ha vinto il Prix Kiefer Hablitzel e il Prix Hirzel de la Société des Arts, Ginevra.
Nicolás Fernández (1968) vive e lavora a Ginevra. Il suo percorso formativo inizia presso l’École supérieure d’art visuel di Ginevra. Dal 1991 ha partecipato a mostre collettive in Svizzera e all’estero; nel 2016 ha partecipato alla Berlin Biennale.
Louisa Gagliardi (1989) vive e lavora a Zurigo. Nel 2012 ha conseguito la laurea presso l’ECAL – École cantonale d’art et de design de Lausanne. Ha esposto in diversi spazi in Svizzera e a livello internazionale. Nel 2014 è vincitrice dello Swiss Design Awards.
Miriam Laura Leonardi (1985) vive e lavora a Zurigo. Ha studiato presso la ZHdK Zürcher Hochschule der Künste, dove nel 2015 ha conseguito il Master of Fine Arts. Nel suo lavoro esplora le questioni che circondano le dinamiche sociali attraverso varie forme di media, in particolare testo, audio e performance.
Emanuele Marcuccio (1987) è un artista italiano che vive e lavora a Losanna. Nel suo lavoro utilizza lastre di metallo perforate e componenti industriali come dipinti e sculture. Laureato all’ECAL – École cantonale d’art et de design de Lausanne, ha esibito recentemente le sue opere al Museo Experimental El Eco, a Città del Messico, alla Fondation d’Enterprise Ricard di Parigi e al Centre D’Art Contemporain a Ginevra.
Rammellzee (~1960 – 2010) è stato un artista visivo, rapper e street artist newyorkese. Come teorico ha coniato il termine Gothic Futurism, rivolgendo la sua attenzione alle tematiche del linguaggio: una attività che ha profondamente influenzato il suo lavoro di writer. Ha partecipato attivamente alla fase germinale del rap americano, collaborando con Beastie Boys, Cypress Hill e molti altri.
Manon Wertenbroek (1991) vive e lavora a Parigi. Si è laureata all’ECAL – École cantonale d’art et de design de Lausanne nel 2014. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste e giornali a livello internazionale, e ha partecipato a diverse mostre.
Urban Zellweger (1991) vive e lavora a Zurigo. Nel 2014 ha conseguito la laurea alla ZHDK – Zürcher Hochschule der Künste e nel 2015 alla HEAD – Haute école d’art et de design di Ginevra. Ha partecipato a diverse mostre collettive in Svizzera e a livello internazionale.
Valentin Carron (1977) vive e lavora a Martigny. Nei suoi lavori spesso riproduce elementi della Svizzera, rivisitandoli in modo critico. Recentemente ha allargato la sua produzione rivolgendosi a tematiche come il potere, la politica e la classificazione. Ha esposto, tra gli altri, alla 55 Biennale di Venezia (2013) dove ha rappresentato la Svizzera, e alla Kunsthalle di Berna (2014).
Sylvie Fleury (1961) vive e lavora a Ginevra. Si dedica alla scultura e alla modellazione di materiali vari e a video, neon, installazioni e murales. Nei suoi lavori riflette sulla posizione dell’artista nella società dei consumi, giocando con i riferimenti della storia dell’arte come Mondrian, Duchamp, Andre e altri. Da ricordare l’antologica allestita al MAMCO di Ginevra (2008-09), al CAC di Malaga (2011) e la mostra a Villa Stuck a Monaco (2016). Suoi lavori si trovano al Museum of Modern Art di New York, al Centre for Art and Media di Karlsruhe, e al Museum der Moderne a Salisburgo.