Sol Invictus Roma
19.12.2025 H19:00-24:00
19.12.2025 H19:00-24:00
INGRESSO LIBERO, REGISTRAZIONE QUI
Nell’emisfero settentrionale della terra, il solstizio d’inverno corrisponde alla notte più lunga dell’anno. Per migliaia di anni questo evento astronomico è stato celebrato da culture pagane e non, che salutavano l’arrivo imminente delle giornate più lunghe come un passaggio simbolico dalle tenebre alla luce. Sol Invictus si inserisce in questa lunga storia di ritualità e cerimonie collettive, rendendo omaggio alle notti più lunghe dell’anno con una programmazione di performance, musica e sperimentazione sonora che si sussegue nelle tre città italiane dove l’Istituto Svizzero è attivo. Il titolo si appropria dell’eredità romana del Sol Invictus (il “sole invincibile”) per declinarla con nuovi gesti, pratiche e memorie, trasformandola in una tradizione comune da risignificare insieme.
19.12.2025 H19:00-24:00
MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma
Via Nizza 138, Roma
LINE-UP:
H19.00 – lisa laurent, “the wizard is not real” (40’)
H20.30 – Melissa Biondo with Emi Curty and Zeltia Robin, “MAGIC HOLE” (30’)
H21.30 – Joseph Baan with Luc Häfliger and bela, “Out of Joint” (40’)
H22.30 – DJ Set: Codalunga invites Dj Marcelle
Performance:
lisa laurent, the wizard is not real (40’)
the wizard is not real è un viaggio poetico e grottesco attraverso la tristezza e l’assurdo, un tentativo di attraversare il dolore senza cristallizzarlo. Sobriamente armata di un microfono e di un tavolo, lisa laurent piange. Ciò che emerge non è una catarsi, ma un paesaggio grezzo in cui l’emozione diventa suono, gesto e ritmo. La performance si dispiega come una sinfonia fallita di sospiri e silenzi, dove la fragilità diventa uno spazio tanto per l’umorismo quanto per la bellezza. Attraverso gesti burleschi e tentativi vani di normalità, lisa laurent mette a nudo la tensione tra crollo e controllo, disperazione e lucidità. the wizard is not real non cerca una risoluzione. Invece, indugia nelle crepe – trasformando il disagio e il traboccamento emotivo in momenti fugaci di chiarezza, accettazione e in una relazione più tenera con i nostri limiti.
Melissa Biondo with Emi Curty and Zeltia Robin, MAGIC HOLE (30’)
MAGIC HOLE è uno strambo spettacolo da cabaret, con un tocco di magia. Trucchi, illusioni, follia mostruosa e criminale, pericolo e violenza vengono messi alla prova attraverso la risata.
Which foot to stand on?
There is an invisible line between your two feet, a shifting yet balanced gap on which you must sway. One foot or the other—you were told it’s mandatory if you don’t want to fall, okay, but which one first?
In the gap you carve between your foot and your other foot, there is a split second when things could go very wrong. For instance, you could fall; it could hurt a lot. You might not get back up.
In the stillness between your two feet, too afraid to dance, you discover that balance hangs on nothing at all—it’s a matter of centimeters where everything can tip over.
On one foot, things can go very well; on the other, they can spin out.
Between abracadabra and avadakedavvra, all the possibilities lie between your two feet. You must dance so as not to derail.
You must dance so as not to kill or be killed.
They told you: an eye for an eye, a foot for a foot.
You can pretend to dance.
Dance for real or for fake, with fake movements and fake feet. As long as you dance, they said, it’s okay.
You can stomp out the same steps in the same jerky rhythm. You can do side-steps.
You can feint.
That’s how it is, it’s the game—you have to learn to dance, no matter which foot you start with.
by Marie L. Scarpa
Joseph Baan with Luc Häfliger and bela, Out of Joint (40’)
Out of Joint pone la domanda: “Come dis-raccontare una storia che non può essere raccontata ma deve esserlo?”. L’opera indaga le possibilità di una formazione sociale non sovrana, pensando la questione del relazionarsi come una pratica in cui la chiarezza situazionale si costruisce in tempo reale, e non viene garantita in anticipo. In particolare, guarda a strategie estetiche che diano voce all’esperienza traumatica al di là della leggibilità affettiva e delle aspettative melodrammatiche. Lavorando con il vettore del processo, un rituale del sistema legale il cui obiettivo di “giustizia” spesso legittima proprie forme di violenza, l’opera interroga le modalità della sovranità sotto la legge. L’insistenza giuridica sulla leggibilità e la coerenza — sulla messa in scena della plausibilità — contraddice il fatto che il trauma è necessariamente incoerente. Utilizzando la messa in scena dell’aula giudiziaria (spesso paragonata a quella teatrale), Out of Joint performa il processo come uno spazio d’attesa. La condanna, la coerenza e la produzione di senso sono costantemente rimandate; il processo è un non-spettacolo; i ruoli del testimone, del giudice e dell’avvocatə sono condivisi tanto dal pubblico quanto dallə performer.
DJ Set:
Codalunga invites Dj Marcelle
Cibo e bevande disponibili per l’acquisto
L’evento è organizzato in collaborazione con MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma

lisa laurent è un’artista con base a Ginevra. Il suo mezzo principale è la coreografia. Il suo lavoro esplora la rappresentazione del proprio corpo attraverso una lente di riflessività e auto-derisione. Con un interesse particolare per la tensione tra controllo ed esposizione, lisa si dedica a un continuo smantellamento della forma – fisica, emotiva e spaziale. Le sue performance presentano situazioni porose che mettono in discussione la percezione, intensificano l’esperienza sensoriale e favoriscono una consapevolezza e una connessione più profonde attraverso emozioni acute e vulnerabilità. lisa è la vincitrice del Swiss Performance Art Award 2025.
Emi Curty vive e lavora attualmente a Ginevra. La sua pratica artistica esplora il corpo, le sue rappresentazioni e le sue trascrizioni all’interno della cultura pop. Attenta a tutto ciò che modella il suo genere, si riappropria di questi codici portandoli all’estremo. Gli accessori, come cariche simboliche, si incarnano, si fondono nella carne, diventano sguardo, postura, attitudine. La creazione di immagini frontali e l’instaurazione di un rapporto ambiguo con il pubblico sono due elementi centrali del suo lavoro. Utilizza gesti, percezioni e parole – talvolta con violenza – per difendersi dalla dominazione e resistere a un sistema oppressivo che detta le norme del corpo e dell’identità.
Zeltia Robin è un’artista della performance e delle arti visive. Sviluppa un corpus di opere che esplora le relazioni tra corpo, immagine e potere attraverso i codici della cultura popolare, della reality TV e dei social media. Avendo sempre sognato di diventare lei stessa una “attrice famosa”, il suo lavoro approfondisce la ricerca disperata di riconoscimento e prestigio incarnando personaggi stereotipati e umiliati. Il suo universo mette in tensione seduzione e violenza, così come vulnerabilità e potere. Evidenzia le logiche commerciali che sottendono la costruzione delle identità pubbliche. Il corpo diventa così un prodotto, una superficie di proiezione, uno strumento di potere, ma anche uno spazio di resistenza.
Mélissa Biondo sviluppa la sua ricerca nei campi dell’identità, delle dinamiche di potere e dell’intrattenimento. Esplora elementi inerenti al regno dell’immagine – come la superficie e il vuoto – che feticizza e porta all’estremo per scolpire la percezione. Il corpo, la presenza, la tensione e l’attenzione diventano allo stesso tempo materiali e territori di sperimentazione. Il suo approccio abbraccia l’umorismo e il gioco così come la stranezza, l’orrore e il macabro. Mélissa Biondo invita il pubblico in uno spazio di ambiguità e prospettive mutevoli, dove la performance diventa sia un mezzo di emancipazione, sia un invito alla proiezione e al gioco.
Joseph Baan è unə artista e insegnante la cui pratica coinvolge arte, performance, educazione e collaborazione come modalità per forgiare una sopravvivenza creativa. Si interessa delle complessità della collettività e della possibilità di stabilire forme di solidarietà che non omogeneizzino, ma affermino la differenza. Considerano la performance un modo per diventare ricettivi alla propria alterità all’interno del problema del relazionarsi, offrendo la possibilità di fare esperienze incarnate con cui non ci si identifica. La sua ricerca attuale indaga la valuta politica dell’incoerenza e strategie performative di ambiguità, insensibilità e confusione, chiedendosi quali aspetti della performance possano orientarsi verso politiche non sovrane ed entrare nel lavoro incompiuto della liberazione.
bela (they/them) è musicista e artista della performance con base a Berlino e Praga. È conosciutə per una performance che unisce il pungmul – un atto folcloristico coreano radicato nelle tradizioni agricole e legato a passati movimenti sociali – e vocalità ispirate al metal estremo. bela trasforma il pungmul in un rituale di rabbia e lutto queer con pesanti distorsioni sub e grida. L’LP Noise and Cries, co-pubblicato da Subtext UK e Unsound PL nell’aprile 2024, ha presentato per la prima volta le sue vocalità grezze. Composto da 5 brani rituali da seminterrato e 2 scene ambient di radicamento, offre una riflessione intensa sulla precarietà della vita in Corea del Sud, sull’identità queer, sulla rottura delle relazioni e sulla resistenza.
Luc Häfliger (aka Gotgha) è compositorə, performer e artista con base a Zurigo. La sua musica indaga gli spazi intermedi tra noise, metal e musica da club. I risultati sonori di queste ricerche vengono presentati nei club, come pezzi multicanale e installazioni. Come performer e compositorə lavora spesso insieme a Joseph Baan. Insieme portano in scena Bl0wn. Questo progetto è stato nominato per l’edizione 2023 del premio svizzero di performance art. Le opere di Häfliger sono state presentate in istituzioni nazionali e internazionali come Tanzhaus Zürich, ZKM Karlsruhe e LAC Lugano Art Museum, così come in club underground.
Inaugurata nel 2005, Codalunga è una sezione dello studio di Nico Vascellari a Vittorio Veneto, cittadina di 29.000 abitanti nel nord-est d’Italia. Aperta al pubblico per mostre, performance e sperimentazioni artistiche, in un contesto non tradizionalmente aperto al dibattito culturale contemporaneo. Orgogliosamente indipendente e completamente autofinanziata, Codalunga ha ospitato oltre 200 eventi con artisti come Charlemagne Palestine, Jimmie Durham, Enzo Cucchi, William Basinski, Black Dice, Arto Lindsay, Prurient, Ghedalia Tazartes, John Duncan, Banks Violette, Ari Marcopoulos, Mat Brinkman e Diego Perrone, tra molti altri. Nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento internazionale, un luogo in cui le voci artistiche risuonano ben oltre il suo contesto isolato.
DJ Marcelle è una vera icona della sperimentazione sonora. Con il suo inconfondibile setup a tre giradischi, crea collisioni improbabili tra generi, epoche e contesti: raw techno, dub, elettronica, post-punk, field recordings, singeli, dancehall, suoni di animali, avanguardia ed altro ancora convergono in mix imprevedibili e radicalmente liberi. Attiva da decenni in club, musei, radio e festival, ha pubblicato numerosi dischi su etichette come Cortizona, Jahmoni e Klangbad. Il suo album più recente si intitola Sorry, No Service. All’inizio di quest’anno ha pubblicato l’EP Sorry, No Silence, i cui proventi sono stati interamente destinati alla Palestine Children’s Relief Fund. I suoi set non si limitano a intrattenere: provocano, incantano e insegnano.
Joseph Baan with Luc Häfliger and bela, "Out of Joint"
Joseph Baan with Luc Häfliger and bela, "Out of Joint"
Melissa Biondo, Emi Curty, Zeltia Robin, "MAGIC HOLE" © Cynthia Mai Ammann
lisa laurent, "the wizard is not real", © Neige Sanchez
Melissa Biondo, Emi Curty, Zeltia Robin, "MAGIC HOLE" © Cynthia Mai Ammann
Melissa Biondo, Emi Curty, Zeltia Robin, "MAGIC HOLE" © Cynthia Mai Ammann
Artwork by Codalunga