Boudry / Lorenz
Opening 16.10.2025
Opening 16.10.2025
Istituto Svizzero presenta la prima mostra monografica di Pauline Boudry / Renate Lorenz in Italia.
La pratica multidisciplinare di Boudry / Lorenz include la scultura, la performance, la coreografia, la musica e il film, spesso combinati in installazioni ambientali che sfidano sia le convenzioni del white cube sia quelle della black box. Concepita specificamente per gli spazi di Villa Maraini, how we always survived include nuove commissioni e opere esistenti armonizzate in una installazione temporizzata che si dipana tra le diverse sale della villa.
how we always survived esplora le possibilità del suono come linguaggio capace di dare forma alla speranza, al lutto e al desiderio in contesti repressivi. Il titolo è tratto da una frase pronunciata dalla attivista Chelsea Manning, una delle protagoniste della mostra, riferendosi al ruolo che la musica ha avuto per lei nel periodo passato in carcere. La mostra gioca sul confine tra la scelta di prendere parola e la possibilità di trasformarla in suono, sfumando i limiti tra atti estetici e atti politici.
Nelle opere in mostra, la voce diventa un mezzo per far emergere passati dimenticati, echeggiando nelle sale della villa e evocando altri luoghi attraverso il canto. La danza si fa strumento programmatico per guidare un movimento di corpi collettivo. L’architettura della villa sembra muoversi a sua volta, partecipando alla composizione con una sequenza di gesti che sfruttano l’opposizione tra luce e buio, suono e silenzio, pausa e movimento. La grande coreografia che ne consegue sembra porci una domanda: muoversi fianco a fianco, in concerto, può connettersi allo stesso tempo alla disillusione politica e all’aspirazione utopica?
Con il supporto di Dr. Georg und Josi Guggenheim Stiftung
Pauline Boudry (*1972, nata a Losanna) e Renate Lorenz (*1963, nata a Berlino) lavorano insieme a Berlino dal 2007. Producono installazioni che coreografano la tensione tra visibilità e opacità. I loro film catturano performance davanti alla macchina da presa, spesso partendo da una canzone, un’immagine, un film o una partitura del passato recente. Sconvolgono le narrazioni storiche normative e le convenzioni dello spettatore, poiché figure e azioni attraversano il tempo, vengono messe in scena, stratificate e re-immaginate. Lə loro performer sono coreografə , artistə e musicistə, con lə quali intrattengono una conversazione a lungo termine sulle condizioni della performance, sulla violenta storia della visibilità, sulla patologizzazione dei corpi, ma anche sulla compagnia, il glamour e la resistenza.
Il loro lavoro è stato recentemente esposto al MUAC di Città del Messico, alla 35. Biennale d’Arte di San Paolo, al Crystal Palace/Museo Reina Sofia di Madrid, al Centre Pompidou di Parigi, al Hammer Museum di Los Angeles, alla Seul Mediacity Biennale, alla Whitechapel Gallery di Londra, al New Museum di New York, al Coreana Museum of Art di Seoul, alla National Gallery of Victoria di Melbourne, al Kunstmuseum di Basilea, al Van Abbe Museum di Eindhoven, alla Julia Stoschek Collection di Berlino e al 58° Padiglione Svizzero della Biennale di Venezia. Le mostre personali più recenti includono: You Ask Me To Not Give Up Up Up, Abbatiale Bellelay (2025), All The Things She Said, MUAC Città del Messico (2025), Fog Is My Drug, Nest L’Aia (2025), A Portrait, Leeum Museum, Seul (2024), Walk Silently In The Dark Until Your Feet Become Ears, Kunstnernes Hus, Oslo (2023), Portrait of a Movement, Tensta Konstall, Stoccolma (2023), El cristal es mi piel – Glass Is My Skin, Crystal Palace Museo Reina Sofia, Madrid (2022), Portrait of a Movement, CA2M Museum, Madrid (2022), Silent Manifesto al Kunstraum Innsbruck (2021), (No)Time al Frac, Bretagna (2021), Moving Backwards, Padiglione Svizzero, 58. Biennale di Venezia, Ongoing Experiments with Strangeness, Julia Stoschek Collection, Berlino (2019), Telepathic Improvisation, Centre Culturel Suisse, Parigi (2018) e CAMH, Houston (2017), Portrait of an Eye, Kunsthalle Zürich (2015), Loving, Repeating, Kunsthalle Wien (2015), Patriarchal Poetry, Badischer Kunstverein, Karlsruhe (2013), Aftershow, CAPC, Bordeaux (2013), Toxic Play in Two Acts, South London Gallery, Londra (2012), Contagieux! Rapports contre la normalité, Centre d’Art Contemporain, Ginevra (2011).
Il loro catalogo più recente, Stages (2022), è stato pubblicato da Spector Books.
SAVE THE DATE
Registrati a questo evento per ricevere una notifica via email
Pauline Boudry / Renate Lorenz, All The Things She Said, 2025, Courtesy the artists.