Jean Tinguely. Si c’est noir, je m’appelle Jean
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Biography
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Riprendendo il titolo di un’opera del 1960, l’Istituto Svizzero di Milano si pone l’intento di ricordare al pubblico italiano la ribollente personalità di Jean Tinguely (1925-1991), ricollegandosi alle varie commemorazioni ed eventi nazionali e internazionali che nel 2016 hanno celebrato i 25 anni dalla scomparsa dell’artista.
Nel 1960 lo scultore svizzero si affermava come un elemento di capitale importanza nel pensiero artistico contemporaneo facendo esplodere, e lasciando che si autodistruggesse, la sua scultura Hommage à New York, una rappresentazione, non priva di ironia, del fatto che i sogni moderni erano andati in pezzi già da tempo. Con un fuoco d’artificio simile, scandaloso ed esuberante, scelse di celebrare in Piazza del Duomo a Milano i 10 anni del Nuovo Realismo. Il movimento si era organizzato proprio nella capitale lombarda, in occasione di una mostra alla galleria Apollinaire, intorno al critico Pierre Restany, e riuniva, tra gli altri, Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle, Jacques Villeglé e Jean Tinguely.
Ecco dunque che la sera del 28 novembre 1970, davanti a una folla gioiosa e chiassosa, esplode La Vittoria, una grande scultura in acciaio dalle forme decisamente esplicite: in mostra una parte dei documenti pubblicati e filmati relativi a un evento fondamentale nel pensiero espansivo, iconoclasta e comunicativo di Jean Tinguely.
La mostra milanese consente anche di tornare sull’impronta estremamente popolare che questa figura di primo piano dell’arte svizzera ha lasciato su molte generazioni: grazie alla complicità di due collezionisti, l’Istituto Svizzero ha riunito degli oggetti che hanno contribuito a fissare per lungo tempo l’immagine di Jean Tinguely nella memoria collettiva, in particolare in Svizzera. Così, proprio a Milano, dove Jean Tinguely, insieme agli amici artisti e critici, aveva rimesso in discussione i potenti simboli del consumismo, la mostra si prende gioco della sua vicinanza a una certa idea del pop.
Si ringraziano: Brutus Luginbühl, René & Madeleine Progin, Jean-Marc Rey.
Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna 1991) è stato un importante scultore e pittore svizzero. Studia a la Kunstgewerbeschule di Basilea, periodo in cui scopre l’arte di Schwitters e Klee e diventa un ammiratore della Bauhaus. Inizia a sperimentare creando le “Métamécaniques”, sculture-macchine a cui applica motori elettrici o che vengono programmate per l’auto-distruzione, come satira verso la sovrapproduzione materiale tipica delle società industriali avanzate.
Nel 1960 è tra i firmatari del manifesto del Nuovo Realismo e diventa un artista di fama mondiale. Partecipa a numerose mostre: tra le altre, Biennale di Parigi del 1959, Documenta 3, 4 e 6, Mo.m.a. New York, Museum of Contemporary Art Chicago. È considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea svizzera ed internazionale.