16.06.2025

MEET THE FELLOWS – MARIA SILVIA D’AVOLIO (ROMA CALLING)

Maria Silvia D’Avolio (1985) è una ricercatrice post-dottorato in architettura, sociologia e studi di genere. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Sociologia presso l’Università del Sussex. Ha lavorato come ricercatrice in diverse università internazionali, tra cui l’Università di Scienze Applicate di Zurigo, il King’s College di Londra e l’Università di Portsmouth. Tra il 2016 e il 2022 ha insegnato sociologia, criminologia e studi di genere nel Regno Unito presso l’Università del Sussex e l’Università di Brighton. A Roma, ha lavorato a un progetto che esplora il ruolo di alcune architette e urbaniste socialiste/comuniste e femministe tra gli anni ’60 e ’80. Il progetto ha esaminato in che modo le loro convinzioni politiche abbiano influenzato i loro progetti architettonici e il loro pensiero teorico.

A quale progetto lavorerai durante la residenza?
Il progetto intende investigare la figura professionale di alcune architette socialiste e comuniste, e parallelamente o contestualmente femministe, che hanno operato a Roma tra gli anni ’60 e ‘80 e analizzare l’impatto delle loro convinzioni politiche sulla loro pratica architettonica e sul proprio pensiero teorico. L’intento è di andare oltre la presentazione di resoconti biografici, inquadrando l’attività di queste architette nel contesto politico e architettonico dell’epoca e mettendo in luce le loro reti professionali nel più vasto ambito dell’industria delle costruzioni. Le carriere professionali delle architette identificate nel progetto vengono discusse sulla base dell’analisi di materiale primario e secondario raccolto tramite una varietà di metodi di ricerca qualitativi, tra cui l’analisi di materiale d’archivio e interviste ad alcune protagoniste dell’architettura di quel periodo.

Quali sono le tue aspettative per questa residenza?
La possibilità di avere il tempo e il supporto necessari per portare avanti il mio progetto. Inoltre, il mio percorso di formazione, tra architettura, sociologia e studi di genere, è caratterizzato da una forte interdisciplinarità, per cui avere la possibilità di discutere i temi di mio interesse con altre persone provenienti da vari ambiti disciplinari è un elemento essenziale per lo sviluppo del mio progetto. Il fatto di vivere a stretto contatto con i fellows, caratterizzati da background e formazione in discipline molto varie, si sta rivelando una preziosa fonte di idee e riflessioni.
E poi mi aspetto di passare molte ore a leggere in giardino.

Questo verde è un ottimo contrasto con le pagine di un libro.

Questo verde è un ottimo contrasto con le pagine di un libro.

Come pensi che il dialogo tra arte e scienza possa influenzare il tuo lavoro?
Il mio lavoro è molto legato allo studio di movimenti storici di attivismo dal basso che hanno sempre avuto la necessità di utilizzare forme DIY di espressione e azione. La mia ricerca entra continuamente in relazione con metodi performativi ed espressivi come la musica popolare, la fotografia, la produzione di ciclostilati e volantini. È utile comprendere come le tecniche e le pratiche artistiche siano state utilizzate in passato e come possano essere adattate alle azioni di attivismo contemporanee.

Cosa influenza il tuo lavoro?
I temi della giustizia sociale, della solidarietà e dell’azione collettiva ricoprono un aspetto fondamentale della mia vita, diventando un elemento fondante anche del mio lavoro.

Chi ammiri di più nella storia?
La mia pratica politica si basa molto sull’aspetto comunitario della vita sociale, motivo per cui sono molto scettica nei confronti della celebrazione individuale. Tuttavia, sono affascinata da alcuni momenti storici localmente diffusi e non legati a date precise, come l’occupazione universitaria alla fine degli anni ‘60, le lotte partigiane o il contesto che ha caratterizzato i circoli femministi degli anni ‘70.

Che musica stai ascoltando attualmente?
Sono una di quelle persone noiose e abitudinarie che continuano ad ascoltare per il 90% del tempo la stessa musica che ascoltano da sempre. Nonostante ciò, sono molto entusiasta del 10% che, grazie al passaparola di amici fidati o all’algoritmo di Spotify, introduco costantemente ma lentamente nel cuore delle mie playlist. Sono convinta che sia una conseguenza inevitabile del fatto di essere stata adolescente durante il periodo dei lettori mp3 che contenevano solo una manciata di album.

Hai qualche rituale/routine durante il lavoro?
Per il tipo di ricerca che conduco ho la necessità di consultare archivi e incontrare persone con cui parlare e confrontarmi, e questo non mi permette di avere una routine quotidiana fissa. Soprattutto considerando gli imprevisti, come l’Archivio Centrale dello Stato che ho trovato chiuso per restauro proprio durante la mia permanenza a Roma.

Resta ferma per un turno e pesca dal mazzo degli imprevisti: fondo non consultabile.

Resta ferma per un turno e pesca dal mazzo degli imprevisti: fondo non consultabile.

Cosa ti affascina di Roma?
È una città bellissima e molto dinamica: eventi, associazioni, lotte e solidarietà si trovano ovunque. Tutto questo avviene tra i monumenti romani, sui sampietrini, e tra il vociare delle persone per strada. Per esempio, è stato incredibile passare davanti al Circo Massimo o al Colosseo circondata da cartelli, slogan e canti durante la manifestazione del 25 novembre, tra il fumo dei fumogeni viola di Non Una Di Meno.

25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Immagine presa da una story pubblicata sulla pagina di Non Una Di Meno Roma.

25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Immagine presa da una story pubblicata sulla pagina di Non Una Di Meno Roma.

Il futuro per te è…
Preoccupante. Mi spaventano sia la deriva che la politica e la crisi ambientale stanno prendendo che la reazione passiva che abbiamo assunto nei loro confronti come società.

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