Each and every gesture
H19:00–22:00
Sala Meili, via del Vecchio Politecnico 3/via Palestro 2
H19:00–22:00
Sala Meili, via del Vecchio Politecnico 3/via Palestro 2
Each and every gesture
Screening, Reading & Listening a cura di Lucrezia Calabrò Visconti e Barbara Casavecchia
Una collaborazione tra Istituto Svizzero e Mousse
Ingresso libero, Registrarsi qui
Per il secondo anno, Istituto Svizzero e Mousse collaborano a un progetto per la Milano Art Week, intrecciando pratiche curatoriali ed editoriali. Il titolo è tratto da un testo che David Wojnarowicz scrisse nel 1987 per un benefit AIDS dei John Giorno Poetry Systems. È un invito ad accogliere gesti condivisi, a costruire spazi sicuri, a metterci in ascolto per tessere nuove forme di memoria collettiva.
Video di:
Alexandra Bachzetsis, Shu Lea Cheang, Giulia Essyad, Kilian Feusi/Jessica Meier/Sujanth Ravichandran, John Giorno, Vincent Grange, Tarek Lakhrissi, Ursulina de Lombardia in collaborazione con Mayara Yamada, Lovett/Codagnone.
Letture di:
Michele Bertolino, Sandra Cane, Zeyn Joukhadar
Programma:
H18:00-19:00 / Welcome to The House of Dorothy
Each and every gesture sarà preceduto, alle H18:00, da una visita alla mostra The House of Dorothy con l’artista Vincent Grange in dialogo con la Head Curator Lucrezia Calabrò Visconti.
H19:00-20:00
John Giorno, Eating the Sky, 1978, audio piece, 13’45”
Ursulina de Lombardia in collaborazione con Mayara Yamada, Marara Kelly Art Show: I came all the way here now you have to dance, 2023, 16′
H20:00 Break – Drinks and Nibbles
H20:30-22:00
John Giorno, I Resigned Myself To Being Here, 1980, audio piece, 9’48”
Poetry Reading by Michele Bertolino & Sandra Cane, Zeyn Joukhadar
Lovett / Codagnone, Driven by Love, 2000, 5′
Shu Lea Cheang, Virus Becoming, 2022, 6’30”
Vincent Grange, La Voisine qui en savait trop, A performance by Princesse GenderFuck inside The House of Dorothy, 2024, 7′
Tarek Lakhrissi, Bright Heart, 2023, 14′
Giulia Essyad, Cornstar, 2024, 7’06”
Alexandra Bachzetsis, Take on Gold, 2023, 12′
Kilian Feusi, Jessica Meier, Sujanth Ravichandran, PIPES, 2022, 4′
Drinks di Mathe Organics
Nibbles di Via Stampa
Con il supporto del Consolato generale di Svizzera.

Alexandra Bachzetsis è una coreografa e artista visiva basata a Zurigo. La sua pratica si sviluppa all’intersezione tra danza, performance, arti visive e teatro, generando una conflagrazione degli spazi in cui il corpo, come apparato artistico e critico, può manifestarsi. Ha studiato al Zürcher Kunstgymnasium (CH), alla Dimitrischule di Verscio (CH), al Performance Education Program del centro artistico STUK di Lovanio (BE) e al Das Arts, il centro di ricerca avanzata in studi di teatro e danza di Amsterdam (NL). Gran parte del lavoro di Bachzetsis riguarda le coreografie del corpo e analizza l’influenza reciproca tra l’uso del gesto e del movimento, sia in ambiti popolari o commerciali che nelle arti. Il suo lavoro è stato esposto in diversi spazi e musei d’arte contemporanea, tra cui il Centre Pompidou (Parigi, 2023), la Kunsthaus di Zurigo (Zurigo, 2022), l’Art Institute di Chicago (Chicago, 2019), il Museum of Modern Art (New York, 2017), Stedelijk Museum (Amsterdam, 2013 e 2015), Tate Modern (Londra, 2014), oltre a numerose biennali internazionali ed esposizioni su larga scala, come documenta 14 (Atene e Kassel, 2017), la Biennale delle immagini in movimento (Ginevra, 2014), (d)OCUMENTA 13 (Kassel, 2012).
Michele Bertolino è un curatore e ricercatore indipendente. Collabora con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Palazzo Gucci, Firenze e Centro Pecci, Prato. Ha curato mostre presso: New York University, New York; MAMbo, Bologna; Last Tango, Zurigo; The Modern Institute, Glasgow; Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia. Ha co-curato le pubblicazioni: Porpora di Lina Pallotta (Nero Publishing, 2023), Albe e Tramonti in Praiano (con Giulia Crispiani, Oreri Iniziativa Editoriale, 2023), L’Ano Solare (con Il Colorificio, Axis Axis, 2021). I suoi testi sono apparsi su Nero Magazine, Mousee Magazine, Flash Art.
Sandra Cane è scrittrice e ricercatrice indipendente di trans studies. Scrive per riviste e piattaforme digitali e collabora con collettivi, spazi indipendenti e istituzioni per progetti performativi, pubblicazioni e talk. Nel 2023 ha pubblicato la sua prima raccolta per i Quanti di Einaudi. Co-gestisce uno spazio trans queer collettivo a Milano, Bagnomaria.
Shu Lea Cheang è un’artista e regista che si impegna in pratiche artistiche di gender-hacking e gender-bending. Costruisce installazioni collaborative e performance collettive seguendo una modalità partecipativa estemporanea. Disegna narrazioni fantascientifiche nei suoi scenari cinematografici e nelle sue creazioni artistiche. Costruisce interfacce sociali con trame trasgressive e reti aperte che permettono la partecipazione del pubblico. È una pioniera della Net Art, avendo creato Brandon (1998-99), la prima web art commissionata e collezionata dal Guggenheim Museum di New York. Cheang ha rappresentato Taiwan con l’installazione mixed media 3x3x6 alla 58a Biennale di Venezia. Creando un suo genere di Sci-fi New Queer Cinema, ha realizzato quattro lungometraggi, Fresh Kill (1994), I.K.U. (2000), FLUIDØ(2017) e UKI (2023). Nel 2024 ha ricevuto il premio LG Guggenheim Art and Technology. Nel 2025 ha presentato la performance HAGAY DREAMING alla Tate Modern di Londra, mentre la sua mostra personale Kiss Kiss Kill Kill è attualmente in corso alla Haus der Kunst di Monaco (fino all’8 agosto). Cheang è la protagonista della Survey di Mousse #89 – Fall 2024.
Giulia Essyad (1992, Svizzera) è un’artista la cui ricerca ruota attorno alle rappresentazioni del corpo umano, utilizzando il proprio come materia prima. Impiegando video, fotografia, scultura e performance come medium e la pubblicità come linguaggio, il suo lavoro approfondisce le varie forme di alienazione inerenti alla produzione e al consumo di immagini corporee. In opere recenti, presentate come parte del ciclo ROSE PERIOD, Essyad esplora le rappresentazioni del sensoriale: quegli elementi che, all’interno del corpo, rimangono invisibili. Dolore, piacere, emozioni e pensieri trovano la loro strada verso la superficie attraverso intricati riferimenti a strumenti medici, spirituali e pornografici.
John Giorno (1936-2019) è stato un artista poliedrico residente a New York, famoso per le sue poesie, le sue performance e il suo attivismo, condensati nel progetto Dial-A-Poem (1968-oggi) dalla forte impronta politica. Nel 1965 ha fondato la John Giorno Poetry Systems, un’organizzazione senza scopo di lucro a sostegno di altri artisti, poeti e musicisti, che produceva eventi e festival, gestiva un’etichetta discografica e forniva sovvenzioni per contribuire alle loro spese legate all’AIDS. Il lavoro di Giorno si è esteso a vari media in collaborazione con artisti e registi come Andy Warhol, William Burroughs e il suo partner, Ugo Rondinone. Ha praticato il buddismo, all’interno del lignaggio Nyingma, per la maggior parte della sua vita; nel 2017 ha deciso di porre termine alle sue performance pubbliche per concentrarsi sulla meditazione, sull’arte e sulla scrittura delle proprie memorie. La sua eredità duratura comprende le sue pratiche artistiche e la John Giorno Poetry Systems, che continua a operare oggi e invita artisti, poeti e musicisti a riflettere sul lavoro di altri artisti, poeti e musicisti. Giorno è il protagonista della Survey di Mousse #88 – Summer 2024.
Vincent Grange (1997, Ginevra) esplora e sfida le convenzioni della società eteronormativa attraverso la creazione di realtà alternative. Il suo lavoro, che comprende architetture, artefatti e macchine uniche nel loro genere, invita il pubblico a confrontarsi con ogni scelta progettuale e a interpretarla, svelando le narrazioni spesso assurde che intreccia. Dopo aver ottenuto il Master in Spazio e Comunicazione presso HEAD Genève, Grange ha co-fondato il Collectif Kimera, che gestisce l’Espace Dukat, uno spazio d’arte contemporanea a Ginevra. Inoltre, ha co-fondato Souplex Atelier con il suo collega e amico Tanguy Troubat, dove lavora come scenografo e direttore artistico. Nel 2023 ha ricevuto il Déliée Grant del Fonds Cantonal d’Art Contemporain e nel 2024 il Kiefer Hablitzel Göhner Prize agli Swiss Art Awards.
Zeyn Joukhadar è uno scrittore siriano americano e l’autore del romanzo The Thirty Names of Night (I trenta nomi della notte), vincitore del Lambda Literary Award in Letteratura Transgender e il Stonewall Book Award, e il romanzo The Map of Salt and Stars (Il Paese del Sale e delle Stelle, Garzanti, 2019). I racconti e saggi brevi di Joukhadar si trovano in Electric Literature, Salon, The Paris Review, e varie antologie, tra cui Letters to a Writer of Color e Arabə e queer: Storie Lgbtq+ dal mondo arabo. Nato a Manhattan, Joukhadar abita attualmente a Bergamo.
Tarek Lakhrissi (nato nel 1992 a Châtellerault, vive e lavora a Parigi) è un artista francese la cui pratica è caratterizzata da un approccio transdisciplinare. Attraverso la combinazione di media time-based e installazioni, composte da elementi poetici, suggestioni dalla cultura pop e una formazione in ambito letterario, sfida le narrazioni dominanti e immagina nuove possibilità. Lakhrissi ha esposto a livello internazionale in gallerie e istituzioni tra cui Palais de Tokyo (FR), Migros Museum (CH), 22a Biennale di Sydney (AU), Julia Stoschek Foundation (DE), Wiels (BE), Louvre (FR), Frieze (GB), Art Basel Paris+ (FR), Art Basel Miami (US), Centre Pompidou (FR), Hayward Gallery (GB), La Verrière – Fondation Hermès (BE), Haus der Kunst (DE), Auto Italia South East (GB), Grand Palais – FIAC (FR), Institut du Monde Arabe (FR), Somerset House Studios (GB), Fondation Lafayette Anticipations (FR), Palazzo Re Rebaudengo / Sandretto (IT), Galleria Clima (IT), Manchester International Festival (GB), Mostyn Art Gallery (GB), Museo Tinguely (CH), HKW (DE), ICA (GB), Shedhalle (CH), Fondation Ricard (FR), Quadriennale di Roma; Palazzo delle Esposizioni (IT), High Art Gallery (FR), Kunstverein Kevin Space (AT), Fondation Calouste Gulbenkian (FR), Veda Gallery (IT), CRAC Alsace (FR), La Galerie CAC (FR), MoCO (FR), Nicoletti (UK), KW (DE). Le opere di Lakhrissi sono conservate in varie collezioni private e pubbliche, tra cui Defares, Fondazione Sandretto e CNAP. Attualmente insegna alla ZHdK in Svizzera ed è rappresentato dalla Galerie Allen (FR).
Ursulina de Lombardia è unə artistə visivə nata in Italia e basata in Svizzera. Cresciutə in America Latina, dove ha lavorato a lungo nel cinema, ha sviluppato la sua pratica artistica avvicinandosi al saggio come metodologia, fondendo video e performance. Il suo lavoro interroga le dinamiche di potere nelle immagini, le rappresentazioni della femminilità tra queer e post-capitalismo e la collettività come metodo poroso per attraversare confini. La sua ricerca intreccia i diversi contesti geografici in cui ha vissuto, distorcendo e creando connessioni complesse tra di essi. Dal 2019, porta avanti uno studio sulla televisione italiana e gli strascichi del berlusconismo sui corpi dissidenti.
Lovett/Codagnone è un duo artistico (con base a New York) composto da John Lovett e Alessandro Codagnone, che hanno lavorato insieme dal 1995 fino alla morte di Codagnone, avvenuta nel 2019. La pratica di Lovett/Codagnone ha compreso fotografia, performance, video, suono e installazione, affrontando questioni di identità collettiva e relazioni di potere nelle strutture sociali, e concentrandosi sull’assorbimento di tattiche di resistenza underground. Le loro più significative influenze teoriche ed estetiche derivano da figure radicali della letteratura, della teoria critica, del cinema, del teatro e del punk. Nel 2008 hanno formato il gruppo CANDIDATE con il musicista Michele Pauli. Le performance di CANDIDATE hanno visto la partecipazione, tra gli altri, di Jim Fletcher, Gary Indiana e Kate Valk. Le loro performance sono state presentate al New Museum di New York (2013), al MoMA PS1 di New York (2012), all’ICA di Philadelphia (2010), alla Judson Memorial Church di New York (2010) e all’ICA di Boston (2007). Nell’aprile 2025, il CCS Bard ospita la mostra Lovett/Codagnone: Each Man Kills The Thing He Loves, a cura di Andrew Suggs. La loro retrospettiva I Only Want You to Love Me, curata da Diego Sileo, si aprirà nel giugno 2025 al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Lovett/Codagnone sono protagonisti della Survey di Mousse #91 – Spring 2025.
Jessica Meier, Kilian Feusi e Sujanth Ravichandran sono tre animatorə e registə svizzerə. Si sono conosciutə durante il BA in Animation alla Lucerne School of Art and Design. La co-regia di PIPES, durante l’ultimo anno di studi, segna la loro prima collaborazione. Attualmente continuano a portare avanti le loro carriere indipendenti nei rispettivi ambiti professionali. PIPES intreccia storia ed esperienze personali all’interno della comunità queer, la trama provoca una collisione tra due mondi apparentemente diversi, l’idraulico ordinario e i bizzarri feticisti. Il film mostra il conflitto interiore dell’idraulico, messo di fronte ai propri pregiudizi e la propria vergogna. PIPES espone inoltre come, ancora oggi, la comunità fetish venga degradata o, addirittura, completamente ignorata. Nonostante il fetish riguardi principalmente la sfera sessuale, rappresenta per moltə un’identità e comunità di grande importanza. Oltre agli aspetti comici, il film intende mettere in luce una parte della comunità queer di solito in ombra. PIPES è orgogliosamente queer, sex-positive e spiritoso, con un pizzico di kitsch.
Still from "La Voisine qui en savait trop" (2024), a performance by Princesse GenderFuck inside The House of Dorothy, a project by Vincent Grange. Video by Souplex Atelier.